mercoledì 2 maggio 2012

Un rettore è per sempre? Lettera aperta alla senatrice Maria Pia Garavaglia

*From:* prof. volpi 
*Sent:* Wednesday, May 02, 2012 12:09 PM
*Subject:* proroga Rettori


Gentile Senatrice Garavaglia,

ho letto con sconcerto la sua dichiarazione, riportata sul Corriere di Verona del 29/04/2012, favorevole alla proroga di alcuni GerontoRettori, contrastante con le prese di posizione, manifestate anche con interrogazioni parlamentari, presentate da alcuni parlamentari, vari dei quali del suo stesso partito. Lo sconcerto è tanto maggiore quanto più ho avuto modo di apprezzare la sua preparazione e serietà quando da componente laico del CSM (dal 2006 al 2010) avemmo un incontro nel quale Lei rappresentava il Comune di Roma. Attualmente sono professore di Diritto costituzionale nell'Università di Perugia.

Nel mio Ateneo, così come in un'altra quindicina di Atenei, il Rettore in carica dopo tre mandati di 11 anni (come ben sa, la legge Gelmini prevede un unico mandato di 6 anni!) è stato prorogato per l'a.a. 2011/2012 in virtù dell'art. 2 c. 9 della legge 240/2010 che prevede la proroga fino alla fine dell'a.a. successivo dei Rettori in carica al momento dell'adozione dello Statuto che doveva avvenire entro 6 al massimo 9 mesi dall'entrata in vigore della legge (quindi entro fine ottobre 2011). Ebbene con semplice nota firmata dal Direttore generale del MIUR si pretende nel 2012 di dare un'interpretazione contrastante con la chiara dizione della legge nel senso che l'adozione dello Statuto sarebbe quella conseguente al controllo ministeriale, il che consentirebbe ad un pugno di Rettori con 3 o 4 mandati alle spalle e già prorogati di un anno (tra i quali il Presidente della CRUI, Rettore che ha svolto 4 mandati ed ha avuto la proroga di un anno!) di usufruire di un altro anno di proroga. Ma tale fantasiosa interpretazione, qualora fosse accolta, avrebbe l'effetto di rendere nulla la proroga avvenuta per l'a.a 2011/2012, visto che entro ottobre gli Statuti degli Atenei interessati erano soggetti al controllo ministeriale e ancora non in vigore. Di conseguenza quei Rettori sarebbero decaduti e gli atti da essi compiuti sarebbero radicalmente nulli.

Ma vengo al merito della sua dichiarazione, secondo la quale "questa nuova proroga aiuta gli atenei consentendo al futuro governo dell'università la possibilità di subentrare senza il carico istituzionale di attuare la riforma". Intanto la nuova proroga, oltre che illegittima, agirebbe in senso contrario al rinnovamento di Atenei che hanno conosciuto il dominio per tre o quattro mandati consecutivi di Rettori onnivori (alcuni dei quali destinatari di avvisi di garanzia). Con quale coraggio critichiamo le manovre autocratiche per essere confermati al vertice dello Stato di personalità come Chavez o Putin, che almeno si sottopongono al voto popolare, se tolleriamo non solo i plurimandati di alcuni Rettori ma anche la proroga su proroga del loro incarico? Ma soprattutto chi deve attuare la riforma se non i nuovi organi accademici e tra questi un Rettore eletto per un unico mandato di sei anni? L'effetto dell'ulteriore proroga sarebbe quello di consentire ai Rettori uscenti di incidere sulla composizione degli organi accademici, e in particolare del Consiglio di Amministrazione, e quindi di condizionare pesantemente anche i nuovi futuri Rettori. Alla faccia del rinnovamento tanto sbandierato!

Infine il tentativo illegale in atto sta già provocando proteste e inevitabili ricorsi ai giudici amministrativi che renderanno tutt'altro che sereno e tranquillo il passaggio alla nuova governance degli Atenei. La verità è che si vuole fare un favore ad alcuni Rettori in carica (a tal proposito trovo assolutamente apprezzabile la dichiarazione del Rettore della Statale di Milano Decleva di non usufruire di una nuova eventuale proroga). Se il ministro Profumo vuole un nuovo anno di proroga abbia il coraggio e la dignità di presentare al Consiglio dei ministri un decreto-legge e la maggioranza parlamentare si assuma la responsabilità di convertirlo in legge. Da giurista solo in tal caso mi inchinerei, ferme restando l'indignazione e considerazioni poco commendevoli su una politica miope, opaca e succube a posizioni di potere che non può che produrre rigetto anche in chi come il sottoscritto è stato sempre impegnato e si è sempre riconosciuto nell'area del centro-sinistra.

Nell'auspicio che possa seriamente riconsiderare la sua posizione, le invio cordiali saluti.

Mauro Volpi

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