Il Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori dà il benvenuto
al Sig. Ministro dell'Università Prof. Profumo in visita all'Università
di Perugia
La
visita del Ministro dell’Università ad un Ateneo dovrebbe rappresentare
una imperdibile occasione di confronto tra le varie anime che
compongono la comunità accademica, impegnate tutte, pur con orientamenti
differenti, a progredire culturalmente, scientificamente e
didatticamente ed il proprio referente: il Ministro, il quale oltre a
vigilare sul corretto svolgimento delle attività dell’Ateneo, deve farsi
carico delle motivate istanze di crescita e
cambiamento che da esso provengono, traducendole ove necessario in
provvedimenti di carattere legislativo.
Ebbene,
quel rapporto di fiducia che dovrebbe intercorrere tra il Ministro e la
comunità accademica di numerose sedi universitarie, inclusa quella
perugina, è stato definitivamente compromesso dalla pervicacia con cui
il Ministero, in una materia sensibile e coerentemente normata
nell’ambito della legge 240/2010, quale il limite al mandato dei rettori
in carica al momento dell’adozione del nuovo statuto, ha inteso non già
suggerire, bensì imporre il proprio punto in vista, impedendo che
potessero avere luogo le legittime
elezioni per il rinnovo dei rettori il cui mandato era scaduto nel
2011. Ministero e Ministro, pur di avere ragione su chi a tali elezioni
rivendicava il diritto, non hanno esitato ad adire le vie legali,
ricorrendo al contenzioso contro i decreti con i quali i Decani delle
Università di Parma e de L’Aquila avevano indetto le elezioni, compiendo
un gesto che certamente non ha giovato alla armoniosa e leale
collaborazione cui dovrebbero essere improntati i rapporti tra
istituzioni pubbliche. Il caso, oltre a mobilitare nei mesi scorsi un
movimento nazionale contrario alla proroga, costituito da un nutrito
gruppo di professori e ricercatori appartenenti ad una ventina di
Università, ha indotto esponenti di forze politiche di maggioranza ed
opposizione a promuovere numerose interrogazioni parlamentari alle
quali, mostrando sprezzo per l’istituzione, il Ministro non ha mai
inteso replicare di persona. L’indirizzo ministeriale in base al quale
il
rettore di Perugia dovrebbe permanere in carica anche per il 2012/2013,
anno successivo a quello nel quale si è concluso il percorso di
adozione del nuovo statuto, è stato sconfessato dal T.A.R. dell’Umbria
(sede Perugia), che con sentenza del 9 luglio u.s. ha ordinato
all’università di “svolgere l’attività normativa ed amministrativa,
necessaria e propedeutica alla successiva indizione delle elezioni alla
carica di Rettore”. Davanti ad una bocciatura così sonora il Ministro
non è addivenuto a più miti consigli, bensì mentre ricorreva contro la
decisione del T.A.R. dell’Umbria, egli sollecitava l’inserimento di un
emendamento che sostanzialmente sposava l’interpretazione ministeriale,
nel decreto legge “spending review” in discussione al Senato della Repubblica.
La
proroga dei Rettori scaduti nel 2011, pur essendo in aperto contrasto
con l’unica lettura possibile della norma data da un Tribunale dello
Stato, pur intervenendo su una vicenda giudiziaria ancora aperta a
successivi pronunciamenti della magistratura amministrativa, pur essendo
stata introdotta attraverso un emendamento totalmente estraneo al
titolo e ai contenuti del decreto “spending review”, pur aprendo
le maglie a ricorsi contro la permanenza in carica dei rettori dalla
scadenza del proprio mandato, nel 2011, fino alla conclusione della
procedura di adozione dello statuto, è diventata legge dello Stato.
Tenuto
conto di quanto precede e non dimenticando i contenziosi sollevati dal
Ministero sul mancato recepimento degli emendamenti da esso proposti
agli statuti di diverse sedi (con sentenze di primo grado avverse al
ricorrente a Genova e Torino), si giunge alla conclusione che mai, nella
storia dell'università italiana, si è registrato un tale livello di
conflittualità tra Ministero e comunità accademica come accade oggi con
questo Ministro e questo Governo. Il Ministro Profumo, con il suo
atteggiamento belligerante ed il suo essersi prestato al mortificante
espediente della norma salva rettori, ha scavato un solco tra
l’istituzione che rappresenta e le gambe ed i cuori di coloro che tale
istituzione animano, i quali non rivendicavano altro se non il diritto
di scegliere mediante elezioni,
in autonomia e come garantito dalla legge, i vertici ai quali affidare
le proprie speranze per l’Università del domani. Pertanto, insieme ai
precari della scuola mortificati da un concorso che frustrerà le
aspirazioni di tanti, insieme ai ricercatori e docenti universitari
vittime di criteri punitivi, che stabiliscono che per accedere alla
fascia superiore bisogna possedere più titoli della metà di coloro che a
tale fascia già appartengono, insieme agli studenti colpiti da aumenti
indiscriminati delle tasse universitarie, insieme a coloro che avrebbero
voluto mettere la propria esperienza a servizio della collettività,
candidandosi al soglio più alto del proprio Ateneo per imprimere una
svolta ad unagovernance che ci ha portati sull’orlo del precipizio, ci permettiamo di dire: Signor Ministro e caro Collega, torni a fare il professore.
Comitato NO.PROROGARETTORI.
Università Italiane 13 settembre 2012
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