martedì 17 gennaio 2012

3 Prof in barca (per non parlare del Post Doc)


3 Prof in barca (per non parlare del Post Doc)

L'esilarante seguito de "La Ricerca dei Burocrati"

Eravamo in quattro: Lorenzo, Enrico, Gianluca ed io. Seduti nella mia stanza, si fumavano sigarette elettroniche e si parlava di come stessimo male - male, intendo, rispetto al lavoro.

Ci sentivamo tutti sfiaccati e ne eravamo rassegnati. Gianluca diceva che a volte si sentiva assalito da strani eccessi di vertigine -quelli consueti per i Professori Ordinari pensavo io- e che sapeva a mala pena ormai che lavoro facesse; Enrico diceva che magari li avesse anche lui gli eccessi di vertigine, ma che si sentiva demotivato, come consueto per un Ricercatore Confermato; Gianluca non diceva niente da buon post doc in attesa di un posto di Ricercatore a Tempo Indeterminato. Io poi avevo il fegato ammalato. Sapevo di avere il fegato ammalato e di essere senza speranza, perché ero un Professore Associato ed avevo appunto letto che il ministero riteneva inutili per la mia valutazione le pillole da me brevettate per la cura del fegato malato.

Il mio lettore potrà riconoscere in questo brano l?inizio di un famoso romanzo oppure una versione romanzata della sua vita universitaria, fatta di storie di uomini in massima parte validi e demotivati, passati per centomila riforme, quasi occorresse sperimentare proprio in centri di ricerca accreditati tutte le possibili terapie del male della pubblica amministrazione.

E' proprio così, i docenti universitari sono demotivati proprio come possono esserlo le cavie di laboratorio. In più non riescono a infondere nell'opinione pubblica neanche un briciolo di tenerezza e quindi non c'è nemmeno la speranza di un movimento di opinione per la difesa della specie. D'altra parte come può l'uomo della strada provare tenerezza per un vecchio topo di biblioteca.

Nessuna delle cure sperimentate è riuscita a curare il nostro male, il male dell'università, per cui propongo la cura di Jerome K. Jerome: per godere un po' di riposo e cambiar aria non c'è nulla di meglio di un viaggio di mare. Tre Prof in barca più un Post Doc: ovverossia considerare finalmente che i docenti sono tutti uomini sulla stessa barca, senza aprioristiche distinzione di ruoli e di fascia, ma con diritti/doveri individuati dalla capacità e dall'impegno personali, accomunati dall'impegno di creare nuove generazioni di ricercatori ben preparati.

Si tratta di prendere il meglio delle riforme sin qui intervenute nell'assetto della docenza, di prendere atto che allo stato attuale per effetto della cronica mancanza di concorsi non esiste più una rispondenza tra merito e ruolo docente ricoperto, di affidarsi con convinzione alla valutazione. La ricetta è semplice posizioni di ricercatore a tempo determinato con tenure track a partire dal terzo anno (Legge Moratti), ruolo unico con mobilità tra fasce di merito in conseguenza dei risultati ottenuti (CoNPAss), valutazione complessiva delle attività di insegnamento-ricerca e gestione (Legge Gelmini).

L'imperativo: trasformare una classe docente di professori e ricercatori demotivati in un gruppo di docenti culturalmente validi in grado di contribuire alla rinascita dell'Italia.

Armando Carravetta
Università degli Studi di Napoli Federico II
Delegato Nazionale CoNPAss
Coordinamento Nazionale dei Professori Associati

http://www.professoriassociati.it/


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