L’unica arma del popolo oppresso è la satira. In questo caso è l’arma del ricercatore oppresso dai burocrati, del docente zimbello dei poteri forti, dell’innovatore invischiato nei bizantinismi.
E così l’Italia va a rotoli, certo per lo spread, per gli evasori, per le macchine blu e per le province, ma anche perché qualunque attività è lottizzata e tra queste la fonte prima della conoscenza e dello sviluppo: l’università.
Il recente bando PRIN, relativo ai fondi ministeriali per progetti di ricerca di interesse nazionale, si presta a forme di comicità di ogni tipo, ma quella che purtroppo prevale è il sarcasmo. Si comincia con un elogio della ricerca europea, asserendo che gli obiettivi scientifici dovranno essere attinenti al programma Horizon 2020, e il ricercatore s’illude che l’illuminato legislatore abbia pensato di allineare l’Italia agli obiettivi europei, salvo scoprire che sarà distribuita, per ogni area disciplinare, una quota di risorse pari alla media storica delle assegnazioni PRIN degli ultimi cinque anni, indipendentemente, quindi, dagli obiettivi scientifici…
Dopodiché il nostro ricercatore, che conosce bene le dinamiche per le quali la maggior parte dei progetti PRIN (75%) è giudicato eccellente, ma solo il 25 % viene finanziato, a dimostrazione dello spreco di capacità progettuale che riusciamo a permetterci, spera che i nuovi meccanismi di regolazione dell’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), felicemente introdotta dalla legge 240 Gelmini, saranno in grado di individuare chi nel paese dei falsi eccellenti sia per lo meno discreto. Ma perché premiare il merito quando è molto meglio premiare il potere?
Quindi lo zelante funzionario ministeriale individua due regole d’oro che conviene citare per intero come dimostrazione di perfetto burocratese, condito di ingegneristico “profumo”:
1) ciascuna università può preselezionare, a livello di Coordinatore scientifico (del progetto PRIN), un numero di progetti non superiore allo 0,75% del numero di docenti e ricercatori presenti nei propri ruoli al momento della scadenza del bando, con arrotondamento all'intero superiore;
2) nella preselezione dei progetti ogni università deve assicurare il rispetto della proporzionalità percentuale, per area disciplinare, rispetto ai progetti chiusi alla scadenza di cui al precedente articolo 4, comma 2, con uno scostamento massimo, sempre per area disciplinare, del 33% in più (con arrotondamento all'intero superiore) o in meno (con arrotondamento all'intero inferiore).
La morale: inutile selezionare in base al merito, meglio che si scannino tra di loro in Ateneo con una magistrale preselezione in cui vinca il più forte. Ulteriore conferma di quanto ben si sapeva: la 240 Gelmini è concepita e pensata per rafforzare le baronie, altro che combatterle. E questo dato di fatto, di cui questo bando non è che l'ennesima riprova, se poteva forse sfuggire a ministri estranei all'ambiente di ricerca non può certo sfuggire a un ex rettore.
Lo dimostra anche un recente botta e risposta sul Sole 24 Ore tra i direttori della Scuola Normale Superiore e della Scuola Sant'Anna di Pisa e il Ministro. Ai primi, che muovevano pesanti critiche ai bandi PRIN e “Futuro in Ricerca” per l’introduzione di criteri di selezione quantitativi e non qualitativi nella selezione dei progetti, Profumo ha ribadito che quei criteri nascono da una sua intenzione di corresponsabilizzare gli Atenei nella preselezione dei progetti. In definitiva, i burocrati hanno agito su indicazione del loro Ministro, in difesa della casta dei baroni e dei loro favoriti.
Armando Carravetta
Università degli Studi di Napoli Federico II
Delegato Nazionale CoNPAss
Coordinamento Nazionale dei Professori Associati
http://www.professoriassociati.it/
sabato 7 gennaio 2012
LA RICERCA DEI BUROCRATI
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La ricerca è la linfa dell'Università, che a sua volta è l'unico antidoto alla spirale di involuzione e degrado che attanaglia il nostro paese. Ma LORO non vogliono la libertà e temono la diffusione della conoscenza. LORO vogliono solo rafforzare in modo apparentemente legale, il potere dell'oligarchia de facto!!!
RispondiEliminaValerio