martedì 17 gennaio 2012
Mamma ho perso il FIRB
Mamma ho perso il FIRB
Il drammatico seguito de "La Ricerca dei Burocrati" e di "3 Prof in barca"
La ricercatrice si mordeva nervosamente le mani mentre attendeva di andare a colloquio con la commissione di valutazione del suo progetto FIRB. Era precaria oramai da molti anni: un anno di attesa prima del Dottorato di ricerca, poi il Dottorato, quindi un CoCoCo, infine, due assegni di ricerca biennali.
Poi il suo Prof aveva avuto l'idea risolutiva: per ottenere un posto di ricercatore a tempo indeterminato devi partecipare al FIRB. E così Elena aveva contattato altri gruppi di ricerca, aveva predisposto un bel progetto innovativo, aveva scartabellato tra decreti, norme per la compilazione, pagine web per la compilazione on line, curriculum vitae, piani finanziari. Era anche moderatamente soddisfatta, nella prospettiva di poter finalmente coniugare l'attività di ricerca con una prospettiva di vita sufficientemente stabile.
Anche se aveva atteso più di un anno il risultato della valutazione, lavorando quasi gratis, aveva accolto con entusiasmo la notizia che il suo progetto aver ottenuto il punteggio massimo. Restava solo una formalità: questo colloquio con la commissione di valutazione. "Sarà stata una formalità" - le dicevano, "hai ottenuto il punteggio massimo!"
Si una formalità, eppure era inquieta. Ricordava di quello che il suo Prof le aveva raccontato della prova didattica dei concorsi per associato: non importa quel che dici o quel che fai tanto hanno già deciso.
La ricercatrice aveva pianto molto. Ora non piangeva più. Anche per dignità: stava chiamando casa.
"Mamma ho perso il FIRB".
"Povera cara".
"Mamma ora che faccio. Non ho più nemmeno uno straccio di borsa di studio, non riesco più a pagare il fitto. Sono incerta: torno a casa o vado a lavorare a Berlino. Mi hanno offerto un posto in un centro di ricerca privato".
"Povera cara, scegli tu. Però, sai, qui le cose con tuo padre non vanno tanto bene. Ormai ci dividiamo lo stesso tetto. I giorni pari, gli lascio la casa e lui viene con un'amica polacca - che squallore, una cameriera. I giorni dispari, quando lui non c'è, mi vedo con il mio chirurgo estetico, un vero signore".
La ricercatrice aveva pianto molto con il suo Prof e senza dignità. Lui l'aveva capita, l'aveva confortata. "Non preoccuparti, sai" - le aveva detto, "è uscito il nuovo FIRB. In fondo, devi aspettare solo un altro anno".
Armando Carravetta
Università degli Studi di Napoli Federico II
Delegato Nazionale CoNPAss
Coordinamento Nazionale dei Professori Associati
http://www.professoriassociati.it/
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