Egregio Senatore,
il 18 Aprile nel question time alla Camera dei Deputati e' stata discussa l'interrogazione 3-02212 che l'Onorevole Binetti ed altri Deputati appartenenti al gruppo parlamentare UDC hanno rivolto al Ministro Profumo a proposito della questione della proroga che consentirebbe ai Rettori di ben 17 atenei il cui mandato scadeva nel 2011, di rimanere in carica per due anni, senza ricorrere alle legittime consultazioni elettorali.
La vicenda si e' risolta con una beffarda replica del Ministro Giarda, il quale, per conto del Ministro Profumo, ha glissato elegantemente sul fatto che i Rettori il cui mandato era scaduto nel 2011 continuano ad occupare il proprio scranno nell'anno corrente grazie alla applicazione dell'articolo 2 comma 9 della legge 240/10, il quale concede un anno (1) di proroga ai Rettori in carica al momento della adozione dello Statuto del proprio ateneo. Con aplomb invidiabile e nessuna vocazione per l'artimetica, il Ministro Giarda, ha affermato che ai Rettori che accogliendo i rilievi del Ministero abbiano ritoccato qua e la il proprio Statuto nel 2012, la legge 240/10, articolo 2 comma 9 concede un anno (1) di proroga per il 2013.
Personalmente - e tanti colleghi concordano con me - ritengo che quella che si sta mettendo in atto ai danni di 17 atenei dislocati in tutta Italia sia una interpretazione "on demand" della legge, che il Ministro ex Rettore, palesando il proprio conflitto di interessi, concede ai suoi ex sodali. L'interpretazione che il Ministro avalla dell'art. 2 comma 9 della legge 240/10, legittimando di fatto la sospensione delle norme di rappresentanza e partecipazione democratica negli atenei è nociva per l'Università: in molti casi si tratta di riconsegnare gli atenei a coloro che li hanno governati per numerosi anni, con i risultati evidenti a tutti, senza consentire al corpo elettorale di esprimere il proprio giudizio nel merito. La scelta del Governo è altresì nociva per l'insegnamento che trasmette alle giovani generazioni, come la stessa On. Binetti sottolineava nella sua controreplica: è palese che si tratta di una forzatura a beneficio di pochi, il messaggio veicolato è che la legge ai nemici si applica e per gli amici si "interpreta". Infine il sottrarre la parola alle urne elettorali, sebbene ciò accada nel microcosmo universitario, non può che nuocere al già precario rapporto tra cittadini, istituzioni e politica.
Al Senato della Repubblica, una interrogazione parlamentare analoga per i contenuti a quella sottoscritta dalla On. Binetti alla Camera, è stata presentata dalla Senatrice Soliani del gruppo PD (rif. 3-02780, data di pubblicazione 4 Aprile).
Posto che uno degli atenei interessato alla questione è quello messinese, la cui situazione certamente a Lei non sfugge, farebbe cosa gradita al gruppo riforma-unime di colleghi dell'Università di Messina in cc e a me, se volesse renderci edotti circa il suo pensiero in merito alla posizione assunta dalla Onorevole Binetti e da altri Deputati appartenenti al Suo stesso partito (uno fra tanti l'Onorevole Naro, anche egli eletto nella circoscrizione messinese) che hanno sottoscritto l'interrogazione 3-02212.
Ove concordasse sulla inopportunità della doppia proroga, preso atto dello sconcerto che le decisioni del Governo hanno provocato nelle comunità accademiche dell'Aquila, Messina, Parma, Perugia, Verona e Viterbo- Tuscia, Le sarei immensamente grata qualora volesse intervenire personalmente sulla questione, promuovendo iniziative che inducano il Governo a rivedere la propria posizione o in alternativa invitando il Ministro Profumo a fornire motivazioni giuridicamente sensate ed eticamente condivisibili a supporto di una decisione che appare ed è profondamente ingiusta.
RingraziandoLa per la cortese attenzione e in attesa di un Suo gradito riscontro, porgo cordiali saluti
Antonella Arena
Facoltà di Ingegneria
Università di Messina
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