venerdì 25 marzo 2011

Sul nuovo statuto dell’Università Ca’ Foscari Venezia


Il 25 Marzo 2011 l’Università Ca’ Foscari Venezia sarà il primo Ateneo italiano ad essersi dotato di un nuovo statuto. La Legge 240/2010 di riforma dell’università italiana prevedeva sei (più tre) mesi (art. 2, commi 1, 6), per dotarsi di un nuovo statuto, in un processo estendibile possibilmente sino all'ottobre 2011. A Ca’ Foscari la Commissione Statuto si è riunita per quattro volte (il 10 febbraio, il 24 febbraio, il 9 marzo, il 22 marzo). La discussione è avvenuta in modo accelerato e centralizzato, bocciando unilateralmente tutte le richieste di discussione pubblica di volta in volta avanzate. Il nuovo statuto è poco democratico nei metodi e nei contenuti. Nel momento in cui la CRUI sta valutando modelli volti a bilanciare il potere rettorale, Ca’ Foscari offre al Rettore tutti i poteri, riconoscendogli non solo la rappresentanza dell'Ateneo ma anche la guida del Consiglio di Amministrazione, in un tentativo, come ha detto ieri il prorettore Gasparri al seminario CRUI, di non creare “contropoteri”.


Come ricercatori abbiamo seguito l'iter statutario passo dopo passo, parallelamente alla Commissione Statuto, proponendo di volta in volta nuovi emendamenti, come a loro volta hanno fatto alcuni Dipartimenti. Ma la sostanza non è cambiata. La versione finale dello statuto lascia irrisolti alcuni nodi fondamentali:
• non viene garantita statutariamente la libertà individuale di didattica prevista dalla Costituzione, in una trasformazione, questa, che giudichiamo gravissima;
• il potere è concentrato sulle figure del Rettore e del Direttore Generale;
• il Senato Accademico non ha più la propria capacità di dare parere vincolante rispetto alle scelte di indirizzo di Ateneo, inclusi i corsi di laurea che potranno rimanere in vita o dovranno chiudere, incluse la federazione o fusione con altri Atenei e la soppressione di corsi di laurea;
• lo Statuto inoltre delega a forme associative diverse, quali la Fondazione Ca’ Foscari, compiti proprî dell’Università pubblica, consentendo così ampi margini di ombra e di arbitrio.

Su questi ed altri punti, cruciali per il futuro del nostro Ateneo, non c'è mai stata una discussione pubblica fra tutte le componenti dell'Ateneo stesso, nonostante sia stata chiesta più volte e da più parti. Oltre ai principî di equità, sostenibilità e meritocrazia proclamati dal Rettore, vorremmo che fosse tenuto in considerazione anche quello del confronto democratico. Nella preparazione dello statuto, questo è mancato. Ed è per questo motivo che esprimiamo il nostro dissenso, sia sul merito, sia sul metodo.

I Ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia

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