giovedì 30 settembre 2010

30 settembre 2010 - DdL Gelmini: slitta discussione in aula


30-09-10
UNIVERSITA': SLITTA ARRIVO DDL IN AULA CAMERA. PD, FALLITO BLITZ GELMINI


(ASCA) - Roma, 30 set - La riforma dell'universita' approdera' in aula della Camera il 14 ottobre prossimo, ma il ddl sara' votato solo dopo la sessione di bilancio. Lo ha stabilito oggi la Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio facendo slittare i lavori di dieci giorni (dal 4 al 14 ottobre). La decisione ha raccolto il plauso dell'opposizione.

In particolare, Marco Meloni, responsabile Pd Universita' e Ricerca, ha parlato di ''bel giorno per l'universita' italiana. I goffi tentativi del ministro Gelmini di approvare la riforma dell'universita' con un blitz, per comprimere il confronto nel Parlamento e nel Paese, sono falliti. E' una grande vittoria dei parlamentari del gruppo del Partito Democratico, a partire dal Presidente Dario Franceschini''.
Ora, ha aggiunto Meloni, ''si ascolti la voce dei molti che, a partire dal presidente della Repubblica e dalla parte piu' responsabile e coraggiosa del mondo universitario, in questi mesi hanno chiesto di riportare l'istruzione e la ricerca in cima alle priorita' del Paese''.

La decisione di oggi ''consente di rimettere e cose nel giusto ordine: prima il Parlamento decida di passare dalle parole ai fatti, con l'attribuzione di risorse adeguate nel bilancio dello Stato. Su quella base si potra' approvare una riforma, senza il ricatto con il quale Tremonti e Gelmini hanno tentato di convincere persino settori importanti dell'universita' italiana a sottoscrivere il suo declino. Il governo e le forze parlamentari sono ancora in tempo: si abbia il coraggio di dire no a questa riforma finta e inutile, e si' a una riforma vera e incisiva''.

Il comunicato stampa di RETE 29 APRILE
Il Ddl Gelmini sull’Università in aula per la discussione il 14 ottobre: una vittoria dei ricercatori - (link al pdf - 205 kb)

martedì 28 settembre 2010

Ddl Gelmini-Tremonti: il punto di vista di un Professore associato


Il ddl governativo di riforma dell'università (cd Gelmini-Tremonti) la prossima settimana andrà in aula alla Camera (
http://parlamento.openpolis.it/singolo_atto/57660), mentre contro i suoi contenuti e più in generale in difesa dell'università e della ricerca da mesi si stanno mobilitando i Ricercatori della maggior parte delle Università italiane (http://www.rete29aprile.it/dati-su-rti-e-mobilitazione/dati-indisponibilita.html), adottando come prevalente forma di protesta l'indisponibilità alla didattica non obbligatoria per legge (http://ricercatori-unito.it/).

Ho già espresso opinioni alquanto critiche nei confronti di questo ddl, sottolineandone l'impianto complessivamente "vetero-baronale", che si manifesta prima di tutto nei seguenti aspetti:
* precarizzazione definitiva del ruolo base di ricercatore con chiara e inevitabile sottomissione al professore di turno;
* cariche accademiche accessibili ai soli ordinari;
* cancellazione del principio di rappresentanza delle componenti accademiche a tutti i livelli;
* potere totale al rettore e a un Consiglio di amministrazione tra i cui componenti esterni potranno facilmente trovar posto neopensionati ordinari "eccellenti", se non anche politici e funzionari di partito.
(cfr. http://aperinsubria.blogspot.com/2010/09/la-riforma-e-i-baroni.html)

In questa sede desidero però evidenziare come dall'eventuale approvazione del ddl, paradossalmente, non saranno i Ricercatori le figure maggiormente danneggiate, bensì i Professori associati!

Di fatto:
* la legge 1/2009 ci ha esclusi da qualsiasi commissione di concorso e il ddl Gelmini sancisce definitivamente questa "marginalizzazione";
* il ddl ci esclude inoltre dalla possibilità di assumere cariche accademiche, ad es. di direzione di dipartimento, presidenza di corsi, ecc. (che invece ad oggi sono tutte accessibili);
* l'azzeramento del principio di rappresentanza ci esclude dagli organi di governo (dei quali, peraltro, l'unico che "conterà" per davvero sarà il Consiglio di Amministrazione, composto da un ristretto numero di persone designate in gran parte all'esterno dell'Ateneo);
* il ddl esclude infine la possibilità di optare per il regime ex 230/2005, che ci consentirebbe di andare in pensione a 70 anni come gli Ordinari (l'età di pensionamento resterà di conseguenza a 68 anni, oppure, per i futuri Associati, a 65 come i Ricercatori - per gli Ordinari resterà invece a 70).

In sintesi, considerando oltre tutto che la fascia dei Ricercatori viene posta ad esaurimento, gli Associati diverranno a tutti gli effetti professori di "serie B", oltre i quali esisteranno solo precari (i cosiddetti Ricercatori a tempo determinato previsti dal ddl), peraltro necessariamente "subordinati" a pochi ordinari (nemmeno tutti, solo quelli che ricopriranno cariche accademiche).

A questo si aggiunga che gli eventuali futuri Associati ex ddl Gelmini-Tremonti verrebbero penalizzati anche dal punto di vista dello stipendio, dato che la contestuale abolizione (prevista dal ddl) di ricostruzione di carriera e conferma, insieme all'apparente innalzamento della retribuzione in ingresso però accompagnata dalla riduzione dell'entità della progressione, farebbe sì che gli scorrimenti da Ricercatore ad Associato avverrebbero di fatto a parità di stipendio con in più unicamente l'obbligo delle 120 ore di didattica. Per inciso, il danno verrebbe anche a noi in caso di (improbabile, vista l'esiguità dei fondi disponibili) passaggio a "miglior fascia", che avverrebbe senza ricostruzione di carriera.

Purtroppo gli Ordinari non sono altrettanto danneggiati dalle previsioni del ddl, che anzi lasciano nelle loro mani (nelle mani di pochi, peraltro, ma ancora a molti la questione non è evidente...) le cariche accademiche e di conseguenza il governo degli Atenei (governo residuo, in realtà, visto il grande potere concesso al CdA, ma anche questo è un aspetto che molti ancora faticano a inquadrare, e che oltre tutto molti Ordinari anziani vedono con favore, ritenendo forse di poter utilizzare le posizioni in CdA riservate a componenti esterni all'Ateneo per mantenere "posizioni di potere"). La riduzione stipendiale operata a danno prevalente di Ricercatori e Associati (e Ordinari giovani) in occasione della recente manovra finanziaria sembra d'altra parte rivelatrice di un tacito accordo raggiunto a favore del ddl.

Per tutte queste considerazioni, trovo che, ancor più dei Ricercatori, dovrebbero essere gli Associati (e gli Ordinari più "open minded") ad opporsi all'approvazione del ddl, richiedendo con forza sostanziali modifiche che reintroducano le necessarie garanzie "per una Università pubblica, libera e aperta, sede di ricerca e di alta formazione" (http://www.rete29aprile.it/FILES_UPPATI/Documento%20R29A%20no%20sinopsi%20finale_def.pdf).

Per parte mia, aderisco alla mobilitazione dichiarando in Facoltà l'obiettiva impossibilità di farmi carico di compiti didattici oltre le previsioni di legge (un corso/anno, o, se in servizio ex 230/2005, 120 ore/anno) e in ogni caso il rifiuto di assumere carichi didattici in sostituzione dei Ricercatori che hanno affermato la propria volontà di astenersi dall’attività didattica nel prossimo a.a.
(cfr. http://aperinsubria.blogspot.com/2010/07/assemblea-di-ateneo-del-6-luglio-2010.html)

Penso che questo sia nell'interesse non solo di ogni singolo Ricercatore e Professore, ma dell'Università e della ricerca nel loro complesso e di conseguenza a beneficio dell'intera collettività, in una visione sicuramente più ampia del mero "avvio regolare" di un singolo semestre.

Marco Cosentino


Nota bene: il testo esprime opinioni personali dell'autore, in nessun modo riconducibili alle posizioni di APeR sullo specifico tema.

5 ottobre 2010: i Ricercatori dell'Università dell'Insubria incontrano gli studenti e la cittadinanza


Cari studenti, cari genitori, care famiglie,


l'Università italiana vive una gravissima crisi.

L’esiguità delle risorse destinate alla ricerca è una grave carenza storica di questo paese. L'Italia è la nazione europea che investe di meno nella ricerca e nell'Università: solo lo 0,8% della ricchezza del paese contro una media europea dell'1,4%; e la manovra finanziaria prevede una ulteriore diminuzione degli investimenti. Mentre USA, Germania e Francia aumentano le risorse per l'istruzione, l’Italia ha un numero di Professori e Ricercatori inferiore alla media dei paesi OCSE; ciononostante, da due anni è in vigore una limitazione del turnover che permette un’assunzione ogni due pensionamenti, o meno: è così che si vuole arrivare ad avere un numero adeguato di docenti, promuovere il ricambio generazionale e dare prospettive ai giovani nell’Università?

Troppo spesso la televisione e i giornali danno un'immagine distorta dell'Università, parlando di "baroni", sprechi e fannulloni. Come ovunque, esistono le mele marce, ma fare di ogni erba un fascio serve solo a demolire un’istituzione di cui non possiamo fare a meno! L'Università attende una riforma che elimini i privilegi e gli sprechi, riconosca il merito e sostenga una didattica e una ricerca di qualità attraverso adeguati finanziamenti…

… MA COSA PREVEDE LA MANOVRA FINANZIARIA?
Questo governo, dietro il pretesto di una riforma, si limita a tagliare drasticamente i finanziamenti all'Università e alla ricerca pubblica: finora ha operato tagli di circa il 20%, che colpiscono non solo i docenti ma anche e soprattutto i servizi agli studenti. Quali saranno le conseguenze?
UN AUMENTO PROGRESSIVO DELLE TASSE UNIVERSITARIE. Le tasse aumenteranno di circa il 20% già a partire dal prossimo anno accademico, e nei prossimi cinque anni raddoppieranno.
LA RIDUZIONE DEI SERVIZI AGLI STUDENTI. Diminuiranno e quasi scompariranno le borse di studio, le mense, le case dello studente, verranno tagliati molti corsi di laurea e verrà esteso il numero chiuso a tutti i corsi di studio. Solo chi può permettersi di investire molto denaro, sia per ampiezza di reddito, sia indebitandosi, potrà accedere ad una formazione superiore di qualità.

CHI SONO I PROFESSORI UNIVERSITARI? Forse non sapete che molti (circa il 40%) di quelli che chiamate "professori" sono Ricercatori di ruolo o Ricercatori precari; senza di loro l'Università non può garantire la formazione che si è impegnata a dare agli studenti. Ma forse non sapete che l’insegnamento non rientra tra i doveri dei Ricercatori: la legge in vigore (DPR 382/1980) prevede che nell’organizzazione universitaria i ricercatori abbiano il compito di fare ‘RICERCA’ e didattica ‘complementare’ (esercitazioni). In realtà, a causa del cronico e crescente sottofinanziamento del sistema universitario, i corsi lasciati scoperti dai ‘veri’ docenti (Professori Associati e di I° fascia) sono stati affidati ai ricercatori, che li gestiscono da anni con dedizione e spirito di sacrificio, gratuitamente (i ricercatori in ruolo), o con retribuzioni da fame (la maggior parte degli insegnanti precari). Tuttavia, proprio l’insegnamento non rientra tra i criteri di valutazione dei Ricercatori, perché il loro compito è di stare in Dipartimento e fare Ricerca! E ulteriore problema è che la manovra finanziaria, con il blocco degli scatti stipendiali, inciderà in modo particolare sullo stipendio dei ricercatori più giovani con una perdita cumulata nell’arco della carriera attorno al 36%.

… E COSA PREVEDE LA RIFORMA PROPOSTA DAL MINISTRO GELMINI?

IL MESTIERE DI RICERCATORE RISCHIA LA CANCELLAZIONE. L’Università è uno dei pochi luoghi dove in Italia si fa Ricerca, con risultanti eccellenti (rispetto agli investimenti), come confermato da indagini e statistiche internazionali (vedi http://ec.europa.eu/research/era/pdf/key-figures-report2008-2009_en.pdf, p. 63). Tutti sanno, o dovrebbero sapere, che la Ricerca è preziosa per il futuro del Paese. I Ricercatori sono in prima fila nel programmarla, coordinarla e svolgerla. Ma la nuova Legge sopprime senza motivo la figura dei Ricercatori a tempo indeterminato e introduce quella del ricercatore a tempo determinato. Dopo la laurea, 3 anni di dottorato di ricerca e diversi anni di precariato con assegni di ricerca o contratti atipici, se ne aggiungerebbero altri 6 come ricercatore a tempo determinato, senza alcuna garanzia di una futura assunzione. Chi potrà permettersi di affrontare una carriera universitaria a queste condizioni? E’ chiaro che i migliori non staranno ad aspettare, ma andranno ad arricchire le Università estere.

PER QUESTE RAGIONI ABBIAMO DECISO DI PROTESTARE

SIAMO RICERCATORI IN LIQUIDAZIONE DI UNA UNIVERSITÀ IN LIQUIDAZIONE. Visto il trattamento che la riforma ci riserva e visto che la legge non lo impone, abbiamo deciso di smettere di insegnare a partire dal prossimo anno accademico, attenendoci a quello che la legge prevede per il nostro ruolo. Abbiamo deciso di dimostrare a tutti che l'Università rischia il collasso a causa di questi tagli folli e dell'assenza di attenzione nei confronti degli studenti, delle nuove generazioni, di chi dentro l'Università si impegna e lavora ogni giorno con passione e dedizione.

LA NOSTRA PROTESTA COINVOLGE MOLTI IMPORTANTI ATENEI SUL TERRITORIO NAZIONALE, (vedi elenchi su http://www.rete29aprile.it/dalle-universita/2.html), e ad essa stanno aderendo molti colleghi professori associati e ordinari perché il problema è di tutti, e molti sentono, come noi, che con questa riforma l'Italia rischia di diventare un paese culturalmente più povero.

ABBIAMO DELLE PROPOSTE SERIE PER UNA RIFORMA SERIA. La nostra protesta non vuole lasciare le cose come stanno, ma vogliamo cambiare il sistema universitario, in modo che sia più efficiente, più attento ai bisogni della Ricerca e dell’istruzione. Le nostre proposte sono pubbliche (vedi http://www.rete29aprile.it), ma il Ministero si rifiuta di ascoltarle: per questo abbiamo deciso di attuare questa forma di protesta così estrema.

PER QUESTO, CARI STUDENTI, CARI GENITORI, VI CHIEDIAMO DI SOSTENERE LA NOSTRA PROTESTA .
IL NOSTRO FUTURO È IL VOSTRO FUTURO! DIFENDIAMOLO!


INVITIAMO gli studenti e la cittadinanza tutta alle
ASSEMBLEE che si terranno il giorno 5 OTTOBRE ALLE ORE 14:00, in contemporanea a Varese (Aula Magna Facoltà di Scienze in Via Dunant 3) ed a Como (Aula Magna in Via Valleggio 11), per spiegare in dettaglio le ragioni della protesta e le nostre proposte.

Il Coordinamento dei Ricercatori dell’Università dell’Insubria


Il documento in formato pdf - 70.0 kb
Il comunicato stampa in formato pdf - 37.5 kb

lunedì 27 settembre 2010

Ai Ricercatori Universitari la solidarietà di ASpIn - Associazione degli Specializzandi dell’Insubria


Alla cortese attenzione di:

Magnifico Rettore dell’Università dell’Insubria, Prof. Dionigi
Amplissimo Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Prof. Pasquali
Personale docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia

OGGETTO: astensione dall’attività didattica da parte dei Ricercatori Universitari

L’Associazione degli Specializzandi dell’Insubria (ASpIn) esprime la propria solidarietà nei confronti degli obiettivi e delle modalità di protesta in corso da parte dei Ricercatori Universitari.

ASpIn condivide l’astensione dall’attività didattica da parte dei Ricercatori Universitari, come forma di dissenso nei riguardi del ddl “Gelmini”, che mette a rischio la centralità della ricerca e della formazione universitaria tramite il taglio dei finanziamenti e la sempre maggior precarizzazione dei futuri ricercatori.

Per i motivi sopra esposti e per solidarietà nei confronti della mobilitazione dei Ricercatori, ASpIn esprime l’indisponibilità da parte dei Medici in Formazione Specialistica a vicariare durante il periodo di protesta, anche solo in maniera parziale o temporanea, l’attività didattica affidata ai Ricercatori.

Ci auguriamo che le criticità sollevate dai Ricercatori Universitari, in considerazione della loro importanza ed urgenza, vengano al più presto affrontate dai competenti organi accademici.

Per il Direttivo ASpIn,
Dr. Cesare Zoia

domenica 26 settembre 2010

Cosa si intende per "esercitazioni"? Alcune considerazioni sui compiti didattici dei Ricercatori universitari


Le esercitazioni sono tra i (pochi) compiti didattici esplicitamente attribuiti dal
DPR 382/80 ai ricercatori.

Tradizionalmente (prima del 1999) venivano svolte nelle ore extracurricolari (al di fuori delle ore del corso, ossia al pomeriggio).

Nel nuovo quadro organizzativo della didattica definito dal DM 509/99 e dal DM 270/04 (il 3+2), data l'esigenza di accreditare ogni ora di impegno richiesto allo studente in termini di CFU (1 CFU = 25 ore di lavoro, delle quali almeno il 50% riservato allo studio individuale), le esercitazioni extracurriculari sono state cancellate e tutte le ore spese in aula (o in laboratorio, o in attività di campagna) convertite in moduli curriculari e in corrispondenti CFU.

Nei corsi di laurea dove una parte di "studio guidato" (esercizi) è ritenuta indispensabile all'aspetto formativo, essa è stata semplicemente inglobata nel corso, ossia si è attribuito al corso in questione un numero di CFU corrispondente alla somma delle ore necessarie a svolgere le lezioni frontali e quelle necessarie alle esercitazioni. In tal caso, agli studenti tocca seguire tutte le ore complessivamente previste dal corso (lezioni ed esercitazioni): le esercitazioni sono dunque da considerarsi parte integrante del corso.

Questo chiarisce il senso della mozione CUN del 15/09/10 che sottolinea che non è possibile costringere – esplicitamente o implicitamente – i ricercatori universitari a tempo indeterminato a compiti didattici che esulino da quelli definiti dalle norme come “integrativi dei corsi di insegnamento ufficiali” (art.32 DPR 382/80) e ribadisce “con forza” l'esigenza ineludibile della corretta individuazione dei compiti didattici aggiuntivi che debbono essere esclusivamente svolti in quelle attività che affiancano le lezioni, al di fuori del monte ore previsto per il corso ufficiale.

Al ricercatore non compete trovarsi in aula (o in laboratorio etc.) durante l'orario ufficiale del corso, né per dare spiegazioni, né per introdurre concetti, né per svolgere esercizi o assistere gli studenti. Tutte queste attività competono al docente titolare del corso, il quale è formalmente e chiaramente indicato nella banca dati OFF.F cui possono accedere studenti e famiglie come previsto dalla norma per garantire i necessari requisiti di trasparenza (DM 544/07).

Come specificato dalla Nota MIUR 9 dicembre 2009, protocollo n.253, tali indicazioni operative sono altresì finalizzate a rendere completo e coerente il quadro informativo delle attività formative anche nei riguardi di una loro eventuale articolazione in moduli e dell'impegno didattico effettivo di ciascun docente sugli stessi.

Il fatto che le esercitazioni curriculari siano considerate attività integrative, e dunque come tali (sottratte ai professori e) attribuite ai ricercatori come carico didattico obbligatorio, è contrario alla lettera e allo spirito della normativa in vigore.

Una lettura congiunta degli atti legislativi e ministeriali dal 1980 a oggi evidenzia la contraddizione irrisolta tra la legge ordinatrice del ruolo dei ricercatori 382/80 e l'organizzazione didattica definita dal 3+2. Se l'attività di didattica integrativa dei ricercatori non è conteggiata nei crediti del corso ufficiale allora gli studenti non sono tenuti a seguirla e essa di fatto non è prevista. La questione merita una riflessione.

Quali sono dunque oggi i compiti dei ricercatori universitari? Una comune re-interpretazione del ruolo del ricercatore è quella di "assistente", ossia una figura che coadiuva i professori nella ricerca scientifica e talora anche nell’attività didattica limitatamente alle esercitazioni (dal dizionario Treccani [vedi nota]).

Il DPR 382/80, trent'anni or sono, elimina la figura dell’assistente dall’ordinamento universitario, trasformando 'ope legis' gli assistenti universitari (come i professori incaricati e i tecnici laureati che abbiano svolto tre anni di attività didattica e scientifica) in professori associati e istituendo una nuova figura, quella del ricercatore, principalmente dedita alla ricerca e solo marginalmente impegnata in compiti didattici detti appunto “integrativi”, nell’accezione sopra riportata, di peso e carattere diverso dai compiti didattici dei professori ma non per questo ad essi subordinati. L'impegno del ricercatore per tali funzioni avrà un limite massimo e non un limite minimo. E' chiaro l'intento riformatore del legislatore, il quale istituisce il ruolo unico del professore universitario (articolato in due fasce), per sanare una situazione resa ingestibile dalla moltitudine di figure che a vario titolo sostengono la didattica, e quello del ricercatore universitario, formalmente libero dagli obblighi didattici.

Le attività didattiche di tipo "assistenziale" sono cancellate. Unicamente ai laboratori dotati di attrezzature scientifiche di particolare complessità, si prevede di assegnare personale tecnico. I tecnici laureati coadiuvano i docenti per il funzionamento del laboratorio, sono direttamente responsabili delle attrezzature scientifiche e didattiche in dotazione e dirigono l'attivita' del personale tecnico assegnato al laboratorio (art. 35 DPR 382/80).

Tra i compiti didattici dei ricercatori dunque non sono previste né parti di corso né assistenza ai docenti in laboratorio o in aula. Le uniche attività "integrative" compatibili col nuovo ordinamento (DM 270/04) sono la collaborazione con gli studenti nelle ricerche attinenti alle tesi di laurea e la partecipazione alla sperimentazione di nuove modalità di insegnamento ed alle connesse attività tutoriali.

Ovviamente i ricercatori possono - volontariamente - svolgere altri compiti didattici, quali cicli di lezioni interne ai corsi attivati e attività di seminario, nonché partecipare alle commissioni d'esame ed essere affidatari di insegnamenti o moduli curriculari (ex art.1 comma 11 L.230/05). Queste attività però non sono né integrative né obbligatorie per il ricercatore.

Giuliana Fiorillo
Ricercatore
Dipartimento di Scienze Fisiche

Università degli Studi di Napoli "Federico II"



Nota: Assistente. Nelle università e istituti superiori, era (fino al D.P.R. 11 luglio 1980, che ha dichiarato a esaurimento questo ruolo, aprendo quello dei professori associati) titolo del personale che coadiuvava i professori nella ricerca scientifica e talora anche nell’attività didattica limitatamente alle esercitazioni: gli a. ordinarî erano nominati a seguito di pubblico concorso per esami e titoli; gli a. incaricati erano nominati su proposta del professore titolare della cattedra, in temporanea sostituzione degli assistenti ordinarî; sino al 1975 erano in servizio anche a. volontarî (senza retribuzione e con compiti di coadiuvazione dell’attività didattica della singola cattedra), a. straordinarî, a. supplenti.

martedì 21 settembre 2010

Lettera ai Rettori da parte di un Ricercatore "indisponibile" e "responsabile" (a lunga scadenza)


In queste ultime settimane si susseguono gli appelli al senso di responsabilità dei ricercatori.


Giusto ieri i Rettori dei due Atenei sardi hanno espresso “piena solidarietà ai ricercatori che stanno subendo un’ingiustizia ed una prevaricazione che non ignoriamo”.

I ricercatori con grande senso di responsabilità nei confronti dell’istituzione cui appartengono, degli studenti e della società non possono ignorare le ingiustizie e le prevaricazioni perpetrate nei confronti dell’Università dai dispositivi legislativi degli ultimi anni e dalla “riforma” attualmente in discussione in Parlamento, il progetto di distruzione del sistema dell’alta formazione e ricerca pubblici e lo scarso interesse della politica per la cultura in generale.

Queste sono le motivazioni che hanno spinto i ricercatori italiani a mobilitarsi per la difesa dell’Università, scegliendo di attenersi strettamente a svolgere i compiti istituzionali prescritti per legge e quindi di dichiararsi indisponibili alla didattica frontale.

Chi vive e crede nell’Università non può che chiedere una riforma basata sulla qualità, sull’efficienza, sulla meritocrazia. Questi, che vengono sbandierati come i principi ispiratori della riforma attualmente in discussione in Parlamento, non si concretizzano e scompaiono nelle relazioni tecniche e nell’articolato. Questa è l’ennesima riforma a costo zero, che vorrebbe cambiare tutto per non cambiare nulla nei fatti.

Mostra senso di responsabilità chi con il lavoro quotidiano all’Università e sopperendo alle pur tante carenze strutturali e finanziarie con spirito di sacrificio, passione ed anche fantasia riesce a conseguire risultati scientifici e didattici apprezzati dalla comunità internazionale.

Queste stesse persone responsabili non possono negare che il sistema Università presenti molte storture ed inefficienze che devono essere sanate da una vera riforma che incentivi i comportamenti virtuosi e penalizzi quelli non improntati al raggiungimento di risultati che rispecchiano il bene comune dell’ateneo e della società.


Non vi sembra una stortura che il 30-40% della didattica venga svolta dai ricercatori pur non rientrando tra i loro compiti?

Non vi sembra responsabile che i ricercatori evidenzino questa stortura dichiarandosi indisponibili a tenere corsi?

Il disegno di legge di riforma dell’Università mette ad esaurimento i ricercatori dal 2011, evidentemente non si ritiene il loro apporto di qualche utilità. I ricercatori vogliono dimostrare quale sarebbe l’Università senza il loro impegno volontario ed a titolo gratuito nella didattica. Non vi sembra questo un comportamento ragionevole e responsabile?

E’ responsabile barattare il consenso a questa “riforma” dell’Università per la promessa di un pugno di euro che, se da un lato potrebbero alleviare qualche problema contingente, dall’altro aggraverebbero i problemi strutturali?

Non sarebbe responsabile che gli Atenei compatti con i Rettori in testa combattessero questa “riforma”?

I ricercatori non stanno combattendo per rivendicazioni di categoria, ma per difendere l’Università pubblica tutta. E’ da mesi che chiedono a tutto il corpo docente, al personale tecnico amministrativo, ai precari, agli studenti e soprattutto agli organi di governo dell’Ateneo di condividere la protesta non con una pacca sulla spalla ma con atti concreti e responsabili nei confronti degli studenti attuali e futuri.

Come ricercatore mi viene chiesto di essere responsabile nei confronti delle matricole e di ritirare la mia indisponibilità alla didattica.

Da ricercatore responsabile non posso limitare il mio senso di responsabilità al 2011. Mantengo la mia indisponibilità per senso di responsabilità verso le matricole del 2011, a cui dato il contesto non mi sento in coscienza di poter dare garanzie sulla qualità dei loro studi per i prossimi cinque anni, e verso le matricole del 2013, del 2016 e del 2021.

Vi sembra responsabile fare appello al senso di responsabilità altrui per un semestre? Che senso ha questo senso di responsabilità a breve scadenza?

Non siamo in attesa di conoscere in destino del disegno di legge di “riforma” questo sarò discusso alla Camera nei prossimi giorni, il nostro senso di responsabilità non deve limitarsi al breve periodo ma essere esteso ai prossimi decenni, non deve essere rivolto a pochi studenti ma all’Università presente e futura.

Come ricercatore mi viene detto che la serrata dei ricercatori sarebbe una risposta sbagliata, una serrata che gli altri vorrebbero per l’università pubblica e per il sistema della ricerca, compromettendo gli investimenti in conoscenza.

Da ricercatore responsabile rispondo ribadendo la mia indisponibilità, davanti ad un interlocutore sordo, come si è dimostrato il Governo, questa è la nostra unica arma per non avallare la serrata dell’Università pubblica e del sistema della ricerca.

Valentina Onnis
Ricercatore indisponibile e responsabile a lunga scadenza
Università di Cagliari



Nota bene: il testo esprime opinioni personali dell'autrice, che ha dato il consenso alla pubblicazione in questa sede.

sabato 18 settembre 2010

La riforma e i "baroni"


Recentemente,
anche il Ministro Tremonti è intervenuto sulla riforma dell'Università dichiarando che è una «buona riforma che deve [...] porre fine alla follia delle università che falliscono, dei corsi di laurea che si moltiplicano e dei poteri di "baroni e similbaroni"».

Tralasciamo per ora di discutere il fatto che questa riforma non sembra avere molte possibilità di incidere su "università che falliscono" e "corsi di laurea che si moltiplicano", per concentrarci invece sull'affermazione secondo cui questa sarebbe una riforma "anti-baroni", definizione più volte proposta dallo stesso Ministro Gelmini.

Va in primo luogo ricordato come questo Governo, proprio con le norme promosse dai Ministri Tremonti e Gelmini, stia andando nella direzione della costruzione di una università pesantemente oligarchica e baronale. Tra i principali provvedimenti gia' adottati vanno ricordati:
* composizione delle commissioni di concorso ristretta ai soli professori ordinari (legge 1/2009, c.d. "Riforma Gelmini dell'Università");
* maggiori tagli agli stipendi per ricercatori e professori associati, molto meno rilevanti per gli ordinari, fino a divenire quasi nulli per i residui "baroni" ormai alle soglie della pensione (manovra finanziaria del luglio 2010).

Venendo al ddl Gelmini in discussione alla Camera, questo specificamente prevede:
* la precarizzazione definitiva del ruolo base di ricercatore con chiara e inevitabile sottomissione al professore di turno;
* cariche accademiche accessibili ai soli ordinari;
* cancellazione del principio di rappresentanza delle componenti accademiche a tutti i livelli;
* potere totale al rettore e a un Consiglio di amministrazione tra i cui componenti esterni potranno facilmente trovar posto neopensionati ordinari "eccellenti", se non anche politici e funzionari di partito.

Il tutto mentre siamo costretti ad assistere a un progressivo e inesorabile definanziamento, denunciato anche dal Consiglio Universitario Nazionale, che rende del tutto inapplicabile (posto che la si volesse applicare) qualsiasi politica di promozione del merito (il famoso 7% del FFO "a crescere" negli anni, come anche gli scatti stipendiali condizionati alla produzione di pubblicazioni: addirittura gli scatti sono stati bloccati per tutto il prossimo triennio, a scanso di equivoci).

E' detta "antìfrasi" una figura retorica per cui il significato di una frase è opposto a quello che assume normalmente. Ad esempio: "il ddl Gelmini è una riforma anti-baroni".

Marco Cosentino



Nota bene: il testo esprime opinioni personali dell'autore, in nessun modo riconducibili alle posizioni di APeR sullo specifico tema.

Alle ricercatrici e ai ricercatori “non indisponibili”


Car* ricercatore o ricercatrice “non indisponibile”,

lo sai che nel tuo stesso SSD, quest’anno, mentre sarai impegnato nelle lezioni che non ti toccherebbero, mentre gli studenti ti chiameranno “prof.! prof.!”, in mezzo ai sorrisini di superiorità mal celati, di certi prof. con le stellette, mentre ti hanno convinto che il baraccone va tenuto in piedi (anche se chi ti ha convinto non crede minimamente nella bontà della riforma che rottama definitivamente te – non lui - e l’università pubblica), molti tuoi colleghi indisponibili stanno studiando e facendo ricerca?

Non è un avvertimento massonico, lo sai bene: ti stiamo semplicemente ricordando ciò che certamente sai, o dovresti sapere. Che, finalmente, tanti ricercatori e ricercatrici come te stanno facendo il lavoro che sono pagati per fare, e per il quale prima o poi saranno – ma non è il caso di sottolinearlo, no? su questo siamo davvero tutti d’accordo – valutati. Comportarsi secondo legge diventa, addirittura, sinonimo di eversione! Ma, si sa, in questo Paese siamo ormai assuefatti ai ribaltamenti morali...


Mentre tu fai lezioni che competerebbero ad altri, questi tuoi colleghi ricercatrici e ricercatori sono in laboratorio, o in biblioteca, o ad un convegno. Sei sicuro di star facendo cosa migliore? E soprattutto: sei sicuro che sia la cosa GIUSTA da fare?

Tra qualche anno, gli stessi che oggi ti hanno convinto a tenere in piedi una baracca pericolante ti diranno, con un’alzata di spalle, che la stessa baracca all’interno della quale ti avevano fatto intravedere un meritato riparo, è definitivamente crollata. Oppure, sempre dispiaciuti ma anche un po’ sorpresi, ti diranno che, comunque, non per colpa loro, ma anzi proprio per effetto dei provvedimenti del Governo contro i quali ti invitano oggi a non fare nulla, non potranno proprio aiutarti per la tua carriera (l’ateneo non ha abbastanza soldi, non potrò essere in commissione per via dei sorteggi, purtroppo vedo che non hai pubblicato abbastanza, etc.). Che, sì, insomma è andata così. Fosse dipeso da loro, però… L’hanno fatto altre volte, lo faranno ancora. Quel giorno, certamente, dovrai riflettere su un fatto: tu avrai contribuito ad ostacolare una protesta che mirava a costruire una Università libera, pubblica e aperta. Altri avranno seguito questo alto scopo ideale e… come che sia andata, avranno un bel po’ di pubblicazioni in più!


Rete29Aprile
http://www.rete29aprile.it/

mercoledì 8 settembre 2010

L’Università fa la differenza: a Roma la II assemblea nazionale della rete 29 Aprile


Comunicato Stampa dalla Rete29Aprile


La Rete 29 Aprile – Ricercatori per un’università pubblica, libera e aperta, convoca per il giorno 17 settembre (ore 10.30, presso l’aula La Ginestra al vecchio edifico di Chimica nella città universitaria della Sapienza di Roma) la sua seconda assemblea nazionale, aperta a tutti i ricercatori universitari degli atenei italiani, oltre che ai ricercatori non ancora strutturati, ai ricercatori degli enti pubblici di ricerca e a tutti coloro – quale che sia il loro ruolo o la loro funzione nell’Università – che hanno a cuore l’Università libera, pubblica e aperta.

Dopo la prima assemblea del 29 aprile 2010, la R29A intende fare il punto sulla estensione della protesta nei diversi atenei, valutando anche ulteriori iniziative per l’autunno che, a causa dell’iter parlamentare del controverso disegno di legge c.d. “Gelmini” e nella permanenza della drammatica situazione finanziaria degli Atenei (che non saranno neppure più in grado di pagare gli stipendi), si preannuncia senz’altro caldo, dopo quasi un anno di mobilitazione dalla proposizione del DDL – http://wpage.unina.it/apezzell/sito/unidoc/

Tramite la R29A, i ricercatori hanno accompagnato la protesta con una serie di riflessioni su punti di forza e manchevolezze del sistema universitario, avanzando proposte tese a concretizzare l’enorme potenziale di sviluppo che esso racchiude (http://www.rete29aprile.it/info/unidea-di-universita.html). Proposte che sono state favorevolmente riprese dal Capo dello Stato in una lettera alla Rete, e da lui inoltrate al Ministro Gelmini, (http://www.rete29aprile.it/comunicati-stampa/dalla-homepage-del-quirinale.html) con l’auspicio di un “costruttivo confronto che guardi al merito delle questioni e all’interesse di lungo periodo del nostro Paese”, per realizzare in modo condiviso la necessaria riforma universitaria.


Attraverso la Rete i ricercatori di 33 atenei italiani chiedono:
  • di istituire un ruolo unico dei professori universitari che garantisca indipendenza e autonomia di didattica e ricerca, e sostituisca la attuale pletora di posizioni funzionali previste nel lontano 1980 e mai pienamente implementate;
  • un contratto unico pre-ruolo che sia realmente in grado di garantire un rapido accesso ai ruoli docenti, invece degli assegni di ricerca e dei contratti triennali che estendono la durata della gavetta pre-ruolo oltre i dieci anni, di fatto istituzionalizzando il precariato nell’Università;
  • finanziamenti adeguati per didattica e ricerca e garanzie riguardo ad autonomia e democrazia negli organi di governo degli atenei, ridotte praticamente a zero dal progetto ministeriale;
  • equità rispetto alle modalità di pensionamento dei ricercatori universitari, da equiparare – anche in considerazione del ruolo pressoché identico svolto nei fatti sino ad oggi – a quelle previste per i professori;
  • un impegno ad assicurare il diritto allo studio, la mobilità studentesca, strutture e infrastrutture al livello dei migliori Paesi europei.

Purtroppo fino ad oggi l’autorevole auspicio del Presidente della Repubblica non è stato raccolto; nessuna iniziativa è stata presa per avviare un confronto e per ascoltare la voce dei ricercatori che oltre alla loro attività di ricerca impartiscono da anni quasi la metà della didattica nelle Università italiane; Mancando a oggi riscontri a queste proposte, rimangono immutate le ragioni della protesta, che continua con la modalità fino a oggi espressa: l’indisponibilità alla didattica frontale da parte dei ricercatori, svolta fino ad oggi su base volontaria e quasi sempre a titolo gratuito.

Con l’Assemblea nazionale del 17 settembre la Rete29Aprile:

INTENDE
richiamare e mobilitare tutte le componenti dell’Università ad un comune contrasto di norme sbagliate e controproducenti, che appaiono studiate più per infliggere un colpo di grazia all’Università pubblica, che per combatterne le molte e gravi storture. In particolare la Rete29Aprile intende esplicitamente rivolgere questo invito agli studenti, che sono la ragione prima del sistema universitario.

INVIA
un forte richiamo al Governo del Paese ed a tutte le componenti del Parlamento affinché si dia realmente seguito alle parole-chiave espresse pubblicamente (lotta alle baronie, merito, responsabilità, valutazione, valorizzazione dei giovani), anziché contraddirle sistematicamente come avviene nell’attuale disegno di legge di riforma.

RIVENDICA
con orgoglio l’alto servizio per la comunità svolto dalla ricerca pubblica e dall’istituzione universitaria che, anziché essere continuamente denigrata, depauperata, svilita, può e deve essere messa in condizione di offrire la sua fondamentale produzione di conoscenza al servizio del progresso della società italiana ed europea.

R29A
http://www.rete29aprile.it/

mercoledì 1 settembre 2010

17 settembre 2010 - Assemblea dei Ricercatori italiani sulla riforma dell'università

In vista della ripresa dei lavori parlamentari, in un momento particolarmente difficile per la vita politica - che rischia ancora una volta di vedere sacrificate le istanze ed emergenze del mondo dell'università e della ricerca - è convocato per il giorno 18 settembre a Roma un incontro cui sono invitati a partecipare tutti coloro che hanno a cuore la ricerca pubblica ed una Università libera, pubblica e aperta.

La Rete29Aprile intende così dar seguito al proposito di realizzare a metà settembre una Assemblea nazionale, espresso il 5 agosto nel comunicato stampa nel quale ringraziava il Presidente della Repubblica per la sua risposta pubblica ai punti critici sollevati dalla Rete29Aprile in merito alla riforma dell'Università attualmente in discussione. Nel corso dell'Assemblea si metteranno a punto argomenti, proposte ed iniziative, anche in vista del confronto con il Ministero
che lo stesso Capo dello Stato ha auspicato.

La Rete Ricerca Pubblica intende affiancare in questa Assemblea la R29A per fare il punto sul tema della ricerca - in particolare quella pubblica - come enorme potenzialità, finora contrastata piuttosto che incentivata, per il progresso del Paese.

Sede e data -- Università di Roma la Sapienza - Aula la Ginestra edificio storico di Chimica. 17/9/2010 ore 10:30

R29A - Rete 29 Aprile
http://rete29aprile.it/


Le notizie di Agosto (2)

  • 31 ago '10 - Di particolare interesse - Da http://www.ilsole24ore.com "Nelle università italiane mille concorsi senza il posto" (link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-30/negli-atenei-mille-concorsi-080435.shtml?uuid=AY0zo3KC&fromSearch).
  • 31 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://www.ilgiorno.it "Università a Como, crollano le iscrizioni a economia - Giurisprudenza ha già ricevuto oltre 200 domande d’iscrizione, sono solo una decina quelle di Economia, un numero decisamente inferiore rispetto a quelle dello stesso periodo dello scorso anno che erano state 24" (link: http://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2010/08/27/375930-universita_como.shtml).
  • 31 ago '10 - Di particolare interesse - Da http://www.ilsole24ore.com "In 25 università tasse fuorilegge" (link: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-08-27/universita-tasse-fuorilegge-080153.shtml?uuid=AY1eaAKC) con tabelle analitiche (link: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-08-27/universita-tasse-fuorilegge-080153.shtml?grafici&uuid=AY1eaAKC). Siamo fuorilegge anche noi, probabilmente per una percentuale molto ma molto più alta di quella indicata in tabella.
  • 31 ago '10 - Da http://notizie.tiscali.it "Test di ammissione all'università: l'85% degli studenti vorrebbe essere raccomandato" (link: http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/08/30/studenti-raccomandati.html).
  • 31 ago '10 - Da http://www.ilfattoquotidiano.it "Le università italiane non lo ritengono idoneo Lui vola in Scozia e diventa docente ordinario" (link: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/20/le-univerista-italiane-non-lo-ritengono-idoneo-lui-vola-in-scozia-e-diventa-docente-ordinario/51757/).
  • 31 ago '10 - Da http://www.agi.it "UNIVERSITA': RICERCATORI NAPOLI, NO A SORVEGLIANZA PER TEST" (link: http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201008301623-eco-rt10224-universita_ricercatori_napoli_no_a_sorveglianza_per_test).
  • 31 ago '10 - Da http://www.lastampa.it "Cervelli italiani, tutti over 55 - Una classifica della Via-Academy fotografa la realtà dei grandi nomi della ricerca: due su tre lavora all'estero" (link: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1010&ID_sezione=274&sezione).
  • 31 ago '10 - Da http://www.ilsole24ore.com "Università, serve una riforma per cancellare i conflitti d'interesse" (link: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2010-08-30/universita-serve-riforma-cancellare-102034.shtml?uuid=AYzVI6KC#continue).
  • 31 ago '10 - Da http://www3.lastampa.it "Studenti stranieri: vogliamo più sport" (link: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/310332/).
  • 31 ago '10 - Da http://finanza.repubblica.it "Proprietà industriale, al via la riforma" (link: http://finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?code=627&dt=2010-08-27&src=TLB).
  • 31 ago '10 - Da http://www.ilmanifesto.it "Stop al corso per adulti. A Pisa scatta la protesta" (link: http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/argomenti/numero/20100828/pagina/07/pezzo/285663/).
  • 31 ago '10 - Da http://notizie.virgilio.it "In Inghilterra una ballerina di lap dance su 4 è laureata" (link: http://notizie.virgilio.it/notizie/esteri/2010/8_agosto/27/in_inghilterra_una_ballerina_di_lap_dance_su_4_e_laureata,25777676.html).
  • 31 ago '10 - Da http://www.radiossina.info "Esami e lauree in piazza a Caserta… aspettando settembre" (link: http://www.radiossina.info/radiossina2/?p=4755).
  • 31 ago '10 - Da http://www.universita.it "Risorse, si apre il dibattito dopo le rassicurazioni della Gelmini" (link: http://www.universita.it/dibattito-gelmini-risorse-universita-2011/).
  • 31 ago '10 - Da http://corrieredelveneto.corriere.it "Il preside: «Più posti a Medicina? Sì, se la Regione fa investimenti» - Tansella: «Nell’immediato non è possibile, nonostante il numero rilevante di iscritti». L’assessore Coletto: «Normativa sbagliata, Veneto penalizzato»" (link: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2010/26-agosto-2010/preside-piu-posti-medicina-si-se-regione-fa-investimenti-1703642572698.shtml).
  • 31 ago '10 - Da http://www.ilsole24ore.com "All'università niente meriti" (link: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2010-08-27/alluniversita-niente-meriti-082725.shtml?uuid=AYZF4AKC).
  • 26 ago '10 - Di particolare interesse - Da http://www.lavoce.info "QUANTI PROFESSORI SENZA REQUISITI MINIMI" (link: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001861.html).
  • 26 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://www.corrierecomo.ithttp://insubria-associazione-professori-ricercatori.pbworks.com/f/100823%20-%20Universit%C3%A0%2C%20gli%20studenti.pdf). E' il minimo, con la grottesca sceneggiata agostana a colpi di comunicati e ordini di servizio... Inguardabile! "Università, gli studenti comaschi abbandonano Economia" (link al pdf dal nostro Wiki:
  • 26 ago '10 - Di particolare interesse - Da http://www.giornalettismo.com "Gelmini horror Melfi show: “Giusto che Fiat non rispetti la sentenza”" (link: http://www.giornalettismo.com/archives/77746/gelmini-horror-melfi-show-giusto/). Da non credere...
  • 26 ago '10 - Da http://nuovavenezia.gelocal.it "Venezia come Melfi: il giudice reintegra 39 lavoratori di Ca' Foscari - Il giudice del lavoro della città lagunare ha disposto il reintegro degli addetti alle portinerie dell'Università rimasti senza occupazione dopo il nuovo appalto per il servizio, affidato a due cooperative. La decisione arriva cinque mesi dopo l'ordinanza che aveva invitato senza successo le cooperative ad assumere i lavoratori" (link: http://nuovavenezia.gelocal.it/dettaglio/venezia-come-melfi:-il-giudice-reintegra-39-lavoratori-di-ca-foscari/2287198?ref=HREC1-4).
  • 26 ago '10 - Da http://www.lastampa.it "La Gelmini sbaglia" (link: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1005&ID_sezione=274&sezione=). Bella scoperta...
  • 26 ago '10 - Da http://corrieredelveneto.corriere.it "Test d’ammissione a Medicina: Oltre 1.500 studenti per 170 posti - E’ il record di domande d’iscrizione per l’ateneo scaligero. Nel 2009 erano meno di mille. Più di 400 per Odontoiatria, solo 22 potranno frequentare" (link: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/25-agosto-2010/test-d-ammissione-medicina-oltre-1500-studenti-170-posti-1703635928558.shtml).
  • 26 ago '10 - Da http://www.ilsole24ore.com "Università affidate al mercato" (link: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-08-26/universita-affidate-mercato-080022.shtml?uuid=AYEqXtJC).
  • 26 ago '10 - Da http://www.corriere.it "Alcuni atenei milanesi hanno organizzato incontri riservati a mamma e papà - All'università come a scuola. Matricole iscritte da genitori e nonni - Sette domande su dieci provengono da familiari. «Ma non sono bamboccioni»" (link: http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_24/matricole-iscritte-da-genitori-e-nonni_c576e7c2-af47-11df-bad8-00144f02aabe.shtml?fr=box_primopiano).
  • 26 ago '10 - Da http://www.giornaledisiracusa.it "Interrogazione al rettore Recca del capogruppo Pdl, Paolo Amato - Università, “intrusioni” nei test d’accesso. Alcuni veterani tra le aspiranti matricole?" (link: http://www.giornaledisiracusa.it/attualita/16579-universita-intrusioni-nei-test-daccesso--alcuni-veterani-tra-le-aspiranti-matricole.html).
  • 26 ago '10 - Da http://www.imfromim.it "A Bussana incontro sulla situazione dell'Università in Italia" (link: http://www.imfromim.it/articoli/2010/08/22/7496/a-bussana-incontro-sulla-situazione-delluniversita-in-italia).
  • 26 ago '10 - Da http://www.lastampa.it "Università, troveremo i soldi" (link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7737&ID_sezione=&sezione=).
  • 26 ago '10 - Da http://www.generazioneitalia.it "Trovano i soldi per le quote latte e abbandonano l’Università" (link: http://www.generazioneitalia.it/2010/08/21/trovano-i-soldi-per-le-quote-latte-e-abbandonano-luniversita/). Dall'articolo: "...«Il risparmio previsto nella relazione tecnica è di 32 milioni di euro per il 2011, il contributo per la tramvia di Verona è costato 70 milioni e le multe per le quote latte qualche centinaio di milioni. Noi di Fli porremo la ricerca come priorità; la Lega ha posto le quote latte come condizione per votare la manovra. Scelgano gli italiani se è meglio finanziare la ricerca o chi ha violato norme comunitarie. E poi chiediamo che si torni a porre l’accento su temi centrali come l’università o la riduzione delle tasse che riguardano lo sviluppo del Paese e gli interessi generali»". Quante belle parole...
  • 26 ago '10 - Da http://bari.repubblica.it "Metal detector disturbatori di telefonini, vigilanti e plichi conservati in una caserma - Medicina, test d'ingresso super blindati - Gli studenti non potranno portarsi da casa nemmeno le penne biro" (link: http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/08/21/news/medicina_test_d_ingresso_super_blindati-6408621/).
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://www.corrierecomo.it "Laurea a Umberto Bossi, l’Insubria si divide" (link: http://insubria-associazione-professori-ricercatori.pbworks.com/f/100821%20-%20Laurea%20a%20Umberto%20Bossi.pdf).
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://bagaidecomm.blogspot.comhttp://bagaidecomm.blogspot.com/2010/08/laurea-honoris-causa-allon-bossi.html). "LAUREA HONORIS CAUSA ALL'ON. BOSSI: INTERVIENE IL SENATORE ACCADEMICO FEDERICO GILARDONI" (link:
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://bagaidecomm.blogspot.comhttp://bagaidecomm.blogspot.com/2010/08/cari-bagai-lintenzione-delluniversita.html). "LAUREA HONORIS CAUSA ALL'ON. BOSSI: PER ME E' UN NO" (link:
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://www3.varesenews.ithttp://www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id_articolo=180459). "L'imbarazzo della laurea a Bossi" (link:
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://bagaidecomm.blogspot.comhttp://bagaidecomm.blogspot.com/2010/08/via-valleggio-interviene-castiglioni.html). "VIA VALLEGGIO: INTERVIENE CASTIGLIONI" (link:
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Da http://cnu.cineca.it/ "Testo del DDL 3687 (ex 1905 del Senato) sottoposto all'esame della Camera" (link: http://cnu.cineca.it/nazionale06/ddluniversit_3.pdf).
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://fisicico.blogspot.com "... e noi?" (link: http://fisicico.blogspot.com/2010/07/e-noi.html#comments). Dal post: "[...] L'ateneo ha disposto la sospensione dell'offerta formativa, e se la protesta continua, dice la Loretta, si potrebbe arrivare al blocco dell'anno accademico. I ricercatori, lo sappiamo già, si sono allineati alla protesta nazionale, rifiutandosi di fare didattica. In rappresentanza degli studenti, i nostri eletti in cdF hanno espresso solidarietà e "pieno appoggio" alle iniziative. Bene. Ora ponetevi questa questione, per favore: siamo sicuri di voler dare il nostro "pieno appoggio" all'iniziativa?[...]"
  • 21 ago '10 - Da http://www.lastampa.it "Università senza stipendi - Un rapporto riservato del ministro Gelmini sui costi della manovra economica del governo" (link: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=998&ID_sezione=274&sezione=).
  • 21 ago '10 - Di particolare interesse - Da http://www.ilsole24ore.com "Università senza i proventi della ricerca" (link: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-08-20/universita-senza-proventi-ricerca-085907.shtml?uuid=AYz1IGIC). Dall'articolo: "La stesura definitiva del nuovo Codice della proprietà industriale non ha sanato la ferita aperta nel mondo accademico. Il brevetto resta di proprietà del ricercatore e non – come accade negli altri paesi – dell'ateneo presso cui lavora e con i cui strumenti è arrivato alla scoperta. Un modello unico nel suo genere e «a mio avviso sbagliato» chiarisce subito Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano secondo cui il metodo usato in Italia «presenta anche qualche profilo di illegittimità». Il rettore è categorico sul punto: «In effetti, si permette ai ricercatori di acquisire una proprietà privata, il brevetto, sfruttando però le strutture pubbliche universitarie o dei centri ricerche». A Milano si è però posto rimedio a queste incongruenze. «Da otto anni – chiarisce Ballio – abbiamo creato un servizio interno a supporto dei ricercatori, che li assiste nelle spese e nelle procedure per ottenere il copyright, nella commercializzazione e in eventuali contenziosi. Il ricercatore cede all'università il brevetto ma in cambio riscuote una royalty più alta di quella prevista nel precedente regime normativo». Un regolamento interno del genere è in vigore anche al Politecnico di Torino, dove negli ultimi dieci anni sono stati raggiunti importanti traguardi nell'attività brevettuale grazie alla sinergia tra università e ricercatori.[...]" E noi?
  • 21 ago '10 - Da http://www.ilsole24ore.com "Guadagni investiti nei laboratori" (link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-21/guadagni-investiti-laboratori-080318.shtml?uuid=AY33KcIC).
  • 21 ago '10 - Da http://bari.repubblica.it "Metal detector disturbatori di telefonini, vigilanti e plichi conservati in una caserma - Medicina, test d'ingresso super blindati - Gli studenti non potranno portarsi da casa nemmeno le penne biro (link: http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/08/21/news/medicina_test_d_ingresso_super_blindati-6408621/?ref=HREC1-4).
  • 21 ago '10 - Da http://ondaperugia.noblogs.org "Il potere conservatore dei mandarini del sapere.Intervista al filosofo francese Jean Luc Nancy" (link: http://ondaperugia.noblogs.org/post/2010/08/03/il-potere-conservatore-dei-mandarini-del-sapere-intervista-al-filosofo-francese-jean-luc-nancy/#more-290).
  • 21 ago '10 - Da http://www.ecodibergamo.it "Università, passa lo straniero, 655 iscritti, il 30% dall'Albania" (link: http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/149264_universit_passa_lo_straniero_655_iscritti_il_30_dallalbania/).
  • 21 ago '10 - Da http://www.agi.it "UNIVERSITA': CODACONS, CLASS ACTION PER PROFESSORI A CONTRATTO" (link: http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201008171351-eco-rt10107-universita_codacons_class_action_per_professori_a_contratto).
  • 17 ago '10 - Di particolare interesse - Insubria - Da http://www.laprovinciadivarese.ithttp://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/148909_varese_dal_web_no_a_bossi_la_lega_insiste_s_alla_laurea/ - link al pdf dal nostro Wiki: http://insubria-associazione-professori-ricercatori.pbworks.com/f/100817%20-%20Varese%2C%20dal%20web%20no%20a%20Bossi.pdf). "Varese, dal web no a Bossi - La Lega insiste: sì alla laurea" (link:
  • 17 ago '10 - Da http://ondaperugia.noblogs.org "La breve vita infelice della campagna d’estate del compagno Marco Meloni" (link: http://ondaperugia.noblogs.org/post/2010/08/09/la-breve-vita-infelice-della-campagna-d-estate-del-compagno-marco-meloni/).
  • 17 ago '10 - Da http://www3.lastampa.it "Il professore bocciato promosso dal "suo" Tar" (link: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/299262/).
  • 17 ago '10 - Insubria - Da http://lebufaledigrumonevano.blogspot.com "Lettera aperta al Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II" (link: http://lebufaledigrumonevano.blogspot.com/2010/08/satira-lettera-aperta-al-magnifico.html).
  • 17 ago '10 - Da http://www.italiainformazioni.com "Università. L'estate sta finendo, tutti a studiare per il test di ammissione alle facoltà" (link: http://www.italiainformazioni.com/giornale/99856/universita-estate-volge-termine-ragazzi-preparano-studiare-test-accesso.htm).
  • 17 ago '10 - Da http://www.ansa.it "Perde concorso,vince causa ma ottiene solo 992 euro di danni - Aveva presentato domanda per docenza all'Universita' di Novara" (link: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/piemonte/2010/08/14/visualizza_new.html_1880843559.html).
  • 17 ago '10 - Da http://www.ilmessaggero.it "Nessuna università italiana tra le migliori 100 del mondo: Statale Milano 136^" (link: http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=31682&sez=HOME_SCUOLA&npl=&desc_sez=).
  • 17 ago '10 - Da http://www.ilmessaggero.it "Università, ultimi test di ammissione: dal 2011 solo curriculum e colloqui - Quizzoni nozionistici e con troppi errori. Poco più di 52mila posti per gli aspiranti alle cinque facoltà a numero chiuso" (link: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=114761&sez=HOME_SCUOLA).
  • 17 ago '10 - Da http://espresso.repubblica.it "Una per una, le bugie di B." di Tito Boeri (link: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/una-per-una-le-bugie-di-b/2132438/0). Dall'articolo: "[...] La cosiddetta riforma della scuola è sin qui consistita solamente in tagli al personale, con la reintroduzione del maestro prevalente nella scuola primaria, la riduzione dell'orario d'insegnamento nella scuola secondaria (sia di primo che di secondo grado), la riduzione degli indirizzi nella scuola secondaria di secondo grado e la richiesta di compartecipazione delle famiglie alla spesa. Il tutto esclusivamente nella scuola pubblica, dato che il finanziamento alle scuole private "paritarie" non è stato ridotto. Per chiamarla riforma ci vuole tanto coraggio. Simile la strategia seguita nei confronti dell'università, perseguita con la riduzione del fondo di finanziamento ordinario. Il disegno di legge che entro fine anno dovrebbe andare alla Camera porterà, se non viene ulteriormente diluito nei suoi aspetti innovativi, a qualche cambiamento nella governance delle università, e non prima della fine legislatura, dato che si basa sull'esercizio di deleghe. Insomma è, al massimo, una scommessa di riforma, su aspetti relativamente marginali, che non intaccano davvero la ricerca e la didattica.[...]"
  • 17 ago '10 - Di particolare interesse - Da http://www.ilmanifesto.it "Il triste futuro dell’università italiana" (link: http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2010/mese/08/articolo/3236/). Dall'articolo: "[...] ma rendere precario e instabile il reclutamento dei giovani, stante il sistema baronal-feudale in cui viene individuato uno dei grandi mali del sistema, cosa produrrà? Ricercatori indipendenti e brillanti o servili portaborse? I baroni, il secondo dei grandi mali dell’università... Sì, i "baroni" esistono. Tuttavia, come i fannulloni sono una minoranza dei ricercatori, i baroni sono una frazione degli ordinari. Innegabile che vi siano posizioni di potere baronale in grado di influenzare pesantemente il sistema. E qui, purtroppo, l’Università non fa eccezione. Fa parte della esperienza quotidiana di ciascun italiano. In tutti settori della vita, pubblica e privata, baronie, consorterie, cartelli, accordi, cricche, caste, lasciando da parte le mafie, operano per far prevalere il proprio interesse privato su quello generale. Vogliamo iniziare dall’Università? Bene! Ma cosa prevede la "riforma"? Concorsi gestiti solo dagli ordinari, fuori associati e ricercatori. Trasformazione delle Facoltà, da sedi della didattica, a organismi di coordinamento e di valutazione del lavoro dei Dipartimenti. Apparentemente, una modifica che può avere un fondamento. Ne conseguirà la scomparsa degli attuali Consigli di Facoltà, dove sono presenti professori, ricercatori e studenti. I nuovi Consigli, composti dai soli direttori di Dipartimento (presumibilmente ordinari), eleggeranno in loro seno, e non più attraverso una consultazione democratica, il preside. Per amor di cronaca, ricordiamo anche il ridimensionamento del Senato accademico a favore di Rettorato e Consiglio di amministrazione. Tutte misure che riducono gli spazi di libero dibattito e di confronto e che prefigurano un modello di gestione verticistico e autoritario. La futura università statale sarà più povera, con una offerta didattica ridotta. Probabilmente più cara. Sicuramente meno democratica. I "baroni" potranno esercitare un potere sempre più ampio, ma saranno tenuti al guinzaglio dal ministero, attraverso la leva dei conferimenti finanziari. I giovani avranno meno opportunità di carriera e i più brillanti saranno incentivati a andare all’estero. Alla faccia della tanto sbandierata meritocrazia. Catastrofismo? No, purtroppo una descrizione di quanto sta avvenendo e avverrà."
  • 17 ago '10 - Da http://firenze.repubblica.it "Marcia indietro su Macchiarini - Colpo di scena a Medicina, un gruppo di docenti: invitiamolo, discutiamo" (link: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2010/08/12/news/marcia_indietro_su_macchiarini-6234772/).
  • 17 ago '10 - Da http://www.tempostretto.it "La Regione Calabria punta sulle Università: investimenti per 14 milioni di € nella ricerca e nella formazione" (link: http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=articolo&id_articolo=42706).

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