lunedì 3 dicembre 2012

CoNPAss - Su alcune storture non ancora rilevate e ancora evitabili


Su alcune storture non ancora rilevate e ancora evitabili
(rimedi di breve periodo per superare l’impasse nel turn over dei professori ordinari)
La sovrapposizione e la coesistenza di numerosi limiti, introdotti per ragioni diverse (finanza, ricambio generazionale, ri-proporzionamento delle fasce), invece di regolare in modo ordinato e fluente il turn over per la prima fascia, ha sostanzialmente bloccato a tempo indeterminato tale ricambio. Tra i molti, i principali ostacoli sono costituiti dall’utilizzazione del punto organico per misurare il finanziamento necessario alla chiamata “interna”, dal limite di chiamate rispetto ai posti banditi per ricercatori di tipo b, dal limite di finanza pubblica del 20% del turn over complessivo. Mentre il piano di reclutamento straordinario dei professori associati, volto alla progressione di carriera dei ricercatori, supera alcuni di questi limiti, nessuna salvaguardia è prevista per la progressione di carriera dei professori associati.
Nella consapevolezza della difficoltà di intervenire nell’immediato sui limiti imposti per ragioni di finanza, si propongono tre correttivi immediati i quali ove necessario possono trovare spazio nel provvedimento cosiddetto “mille proroghe” in corso di approvazione.
1.   Il primo di essi è la modificazione dei criteri di individuazione della copertura finanziaria per la chiamata degli interni. Ferma restando l’esigenza di un razionale sistema di pianificazione dell’organico, l’applicazione dell’attuale criterio del punto organico indipendentemente dall’anzianità di servizio posseduta dall’interno che viene chiamato determina un’anormale e fittizia necessità di copertura finanziaria. In molti casi, invece, la chiamata dell’interno non comporterebbe all’ateneo alcun differenziale di spesa reale. Per tale ragione si propone di modificare il criterio del punto organico per le chiamate degli interni inserendo il criterio del “differenziale di costo individuale” proiettato su un ragionevole arco temporale. Analogamente si può agire sul recupero del maggior costo effettivo del personale andato in pensione.
2.   Il secondo è indubbiamente costituito dall’eliminazione del vincolo della corrispondenza tra le chiamate dei professori ordinari e i posti banditi di ricercatori a tempo determinato di tipo b, anche perché di fatto finora nessun ateneo ha bandito tali posti e invece le risorse sono state “distratte” verso posti di tipo a. Altre sono le forme che devono garantire la massimizzazione dei posti di tipo b negli atenei, come ad esempio proposto di seguito.
3.   Il terzo rimedio, che può essere o alternativo o auspicabilmente aggiuntivo al secondo, è quello di abrogare tout court la lettera (a) del comma 3 dell’art. 24 della legge 240 del 2010, ovvero imporre agli atenei un limite massimo (assai piccolo) di posti di tipo a bandibili in rapporto ai posti di tipo b.
Di tutta evidenza si tratta di correttivi volti a limitare le storture prodotte dall’accavallarsi di norme molto poco meditate. Una stabile, duratura e sostenibile (anche finanziariamente) soluzione del problema del turn over complessivo, del reperimento delle risorse necessarie al funzionamento dei corsi di studio, della redistribuzione delle risorse stipendiali a favore dei giovani docenti a inizio carriera, è costituita, come in moltissime occasioni è stato ricordato e dimostrato, dal ruolo unico con valutazione permanente. Si tratta di una profonda ristrutturazione dello stato giuridico della docenza universitaria con modalità del tutto diverse da quelle finora proposte da altri gruppi. Saremmo pertanto ben lieti di intraprendere un dialogo costruttivo con Ella per illustrare tale idea e gli effetti positivi che la sua applicazione avrebbe sull’intero sistema universitario.
Sia sempre chiaro che il ruolo unico di cui discutiamo è agli antipodi dell’ope legis, che invece l’attuale controversa attuazione del sistema di abilitazioni nazionali inevitabilmente determinerà. Una ragione di più per porvi rimedio anzitempo.

CoNPAss, sezione locale della Seconda Università di Napoli
CoNPAss, direttivo nazionale
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Caserta, lì lunedì 3 dicembre 2012.
Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca,
prof. Francesco Profumo

giovedì 22 novembre 2012

TRA IL DIRE E IL FARE: OVVERO IL PD E L’UNIVERSITA’

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I documenti a sostegno dei politici, corredati delle firme degli aderenti, sono un'arma a doppio taglio. Da un lato qualche nome ‘importante’, tra quelli che compaiono tra i firmatari, può indurre fenomeni imitativi, sulla base del semplice assunto: “se il sig. De’ Tali, di cui mi fido ciecamente, dice così, io dico lo stesso”, per transitività della fiducia. Dal punto di vista della logica epistemica, se a crede in b, e b crede in c, allora a crede in c. Prendiamola per buona, visto che c’è del vero in molti casi, senza avventurarci in una analisi strettamente logica, che porterebbe facilmente a dimostrare che una assunzione della regola in senso assoluto porterebbe all’indesiderata conclusione che ciascuno crede in tutto. Ma –dicevamo– è un'arma a doppio taglio; è un po’ come la legge del dictum de omni et nullo della sillogistica medievale. Ossia, vale anche la conversa: siccome a ha fiducia in b, e io non ho nessuna fiducia in a, allora io non ho nessuna fiducia in b.

Circola in questi giorni un “Manifesto degli intellettuali”, con 500 firme pro Bersani. Bene, tutte le (poche) volte che si parla di cultura. Una prima considerazione è di tipo meramente quantitativo: appare azzardato il titolo ricorrente a stampa: “L’accademia firma per Bersani” (cfr. ad es: http://www.corriereuniv.it/cms/2012/11/laccademia-firma-per-bersani/). Due appunti: primo, gli strutturati nell’accademia italiana sono circa 57.000, le firme sono 500: manca l’adesione dei restanti 56.500; secondo, se scorriamo l’elenco, troviamo sì qualche accademico, ma anche parecchi che saranno sicuramente intellettuali, ma certamente accademici non sono: registi, scrittori e quant’altro (grazie a dio abbiamo un’anagrafe dei docenti, è una delle poche cose che funzionano del MIUR). 

Ora, oggi ci sentiamo hegeliani, e ci gira in mente la fenomenologia dello spirito: tesi: quantità – antitesi: qualità – sintesi: relazione. Allora passiamo alla qualità. E qui si fa notte. Nomi illustri e stimati, certo, alcuni. Ci permettiamo un vezzo autobiografico: qualche ottim* amic*. Ma, ecco, qualche oligarca arrivista –e anche qui non facciamo nomi–, qualche illustre sconosciuto che ha vissuto la firma come una promozione sociale. Ma, quel che è peggio, il presidente della CRUI, quell’organismo di diritto incerto (pubblico, privato?) che rappresenta il club del potere oligarchico dell’accademia. Woody Allen (riprendendo G. Marx) diceva che non avrebbe mai aderito a un club che accettasse gente come lui tra i soci. Qui è un po’ lo stesso, prevale il dictum de nullo, quello che presiede a Celarent (Nessun A è B. Ogni C è B. Nessun C è A). Cioè a dire: che c’entriamo noi? Similis con similibus facillime congregantur. Ma allora che c’entriamo noi con i Magnifici, purtroppo non solo 7, ma settanta, o, secondo nostro (vostro) signore settanta volte sette? Mica noi siamo magnifici, magari neanche belli, carini forse. Ma vogliamo farci capire fuori dalle dotte affermazioni del De oratore di Cicerone: popolarmente, dio li fa, poi li accompagna.

Insomma, entro il clan del potere oligarchico cui la Gelmini ha inculcato l’accademia, sinceramente, noi non c’entriamo; e poi neanche ci vorremmo entrare.

Ma v’è un’ultima analisi da fare, e noi riteniamo, politicamente più pesante. Tra quelli aderenti, quanti sono i “precari”; quanti i giovani intellettuali veri, quelli che studiano ancora, invece di perdersi nei regolamenti, nelle interpretazioni, nelle riunioni fiume di stampo aziendal-burocratico? Non conosciamo tutte quelle firme de visu, ma per la maggior parte sappiamo chi sono. E allora la risposta è categorica: no one (così ci internazionalizziamo); nobody; non pervenuto. E allora non sorge spontaneo il sospetto che si sia di fronte alla consacrazione del potere oligarchico, alla difesa ad oltranza del privilegio, alla tracotanza del potere, infine?

Politicamente, caro Bersani, poco ci importa del plauso di chi il potere lo ha già, e ampiamente lo esercita. Gli atti politici da fare, al di là delle vacue dichiarazioni che la cultura è importante (sintesi di tutti i discorsi programmatici) sono ben altri da quelli che il PD ha fatto in appoggio al governo Monti. Dica Bersani chiaramente che sposta un 1 % delle spese militari dalle operazioni di guerra alla ricerca; che si impegna a riportare i finanziamenti alla scuola e all’università almeno al livello della media OSCE. Queste sono “proposte programmatiche”, quel che abbiamo oggi è aria fritta. Faccia questo, e firmeremo noi tutti, docenti di buona volontà, e non solo i suoi milionari registi/scrittori/magnifici/carini sostenitori. Oppure lasci perdere, da politico scafato può benissimo ignorarci: siamo quattro gatti. Sarà la Storia a vendicarci.


Maurizio Matteuzzi

lunedì 19 novembre 2012

Dalla Sicilia, con furore...



---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: no proroga rettori
Date: 18 novembre 2012 17:48
Oggetto:
A: segreteria.particolare.ministro@istruzione.it, caposegreteria.ministro@istruzione.it


ON.LE MINISTRO DELL’ISTRUZIONE,
DELL’UNIVERSITÀ E DELLA
RICERCA SCIENTIFICA - ROMA

Egregio Ministro Profumo,

pochi giorni or sono, la Procura della Repubblica di Messina ha avviato una indagine a proposito della dubbia legittimità delle proroghe degli organi di governo dell'Ateneo messinese, con ipotesi di reato di abuso di ufficio a carico di ignoti. Spiace constatare che sulla medesima questione, oggetto di una circostanziata richiesta di atto ispettivo sottoposta alla Sua cortese attenzione da parte di un gruppo di docenti dell’Università di Messina, la S.V. non abbia ritenuto di pronunciarsi. Allo stesso modo è rimasto inevaso l’atto di sindacato ispettivo (4-08033), presentato nel Luglio u.s. dal Sen. Giambrone, componente della Commissione permanente cultura del Senato della Repubblica e Segretario regionale dell'Italia dei Valori per la Sicilia. Intanto il Magnifico Rettore dell’Università di Messina, prorogato in virtù della legge 240/2010 per l’anno accademico 2011/2012 e prorogato nuovamente per il 2012/2013 grazie ad un comma inserito nella legge di revisione della spesa dell’agosto 2012, insieme a un Senato Accademico e ad un Consiglio di Amministrazione la cui permanenza in carica appare questionabile, hanno pensato bene di licenziare lo Statuto di una “Fondazione Università” all'insaputa della comunità accademica, che della nuova istituzione ha appreso solo a cose fatte. 

In questo caso il Ministero con grande solerzia non solo ha preso in esame la pratica, ma si è affrettato a dare il proprio assenso ad una operazione che oltre a costituire un precedente per la natura sui generis della Fondazione, con buona probabilità rappresenterà l'approdo dell'attuale Rettore, prossimo alla chiusura di uno dei processi penali a suo carico (la requisitoria del P.M. è prevista per il 10 dicembre p.v.), a proposito delle presunte pressioni esercitate in un concorso di II fascia, a favore del figlio dell'allora Preside della Facoltà di Veterinaria che aveva bandito la procedura comparativa. Tutto lascia infatti presagire che con straordinario tempismo, subito dopo la formalizzazione della Fondazione attraverso l’opportuno atto notarile, ma appena prima che il processo giunga a  sentenza, a presiedere la Fondazione sarà chiamato il Magnifico Rettore.

Alla luce di quanto appena esposto e tenuto conto dei rilievi espressi da numerose associazioni universitarie e sindacali circa la non conformità dello statuto allo spirito e alla lettera della legge 388/2000 e del DPR 254/2001, confidiamo sul fatto che la S.V. voglia riconsiderare la propria posizione, posto che lo statuto della Fondazione messinese  risulta essere stato “autorizzato dal MIUR dopo un controllo di legittimità e di merito”. A prescindere dalla questione di legittimità, ma entrando nel merito, le saremmo per altro grati qualora volesse spiegarci a chi possa giovare l’istituzione di una Fondazione che, avendo come unico socio fondatore l’Università, necessiterà per il suo funzionamento di risorse che non potranno che essere sottratte alla diretta disponibilità dell’Ateneo e dei suoi Dipartimenti.

Considerate le controversie in sede amministrativa e preso atto dell’inchiesta avviata dalla Procura, esprimiamo altresì l’auspicio che la S.V. ritenga di intervenire, invitando il Rettore e gli Organi di Governo dell’Università di Messina a revocare temporaneamente le decisioni assunte, rinviando la stipula dell’atto notarile relativo alla Fondazione, nella attesa che venga fatta chiarezza sulla questione della legittimità delle proroghe.

Qualora gli organi di governo dell’Università non intendessero desistere dai loro propositi, siamo certi del fatto che la S.V. concorderà con noi nel ritenere del tutto inopportuno che si proceda, senza attendere l’esito della imminente sentenza di primo grado, al conferimento della presidenza della Fondazione al Rettore, memori della temporanea sospensione dalle funzioni che anni addietro egli subì da parte della Magistratura, proprio in relazione alle vicende sulle quali è incentrato il processo penale che lo vede oggi imputato e che si avvia a conclusione. La delicatezza della situazione, pur nel profondo convincimento che al Prof. Tomasello debbano essere riservati tutti i diritti e le garanzie che la Costituzione Italiana attribuisce a ciascun cittadino, ci induce a sollecitare la S.V. ad esprimersi tempestivamente ed in maniera esplicita in ordine alla questione, nella  consapevolezza della necessità di porre il decoro delle Istituzioni al riparo da ogni ombra.

Certi di un rapido ed approfondito Suo intervento, porgiamo distinti saluti.

Il Comitato Nazionale NO.PROROGA.RETTORI

(Per adesioni: arenaantonella@ymail.com)
 

martedì 23 ottobre 2012

Assemblea di Ateneo su rinnovo di SA e CdA - Documento finale

 
ASSEMBLEA DEI DOCENTI DELL'UNIVERSITA' DELL'INSUBRIA
9 ottobre 2012
Documento finale

L'Assemblea dei docenti dell'Università dell'Insubria si è riunita oggi 9 ottobre 2012, a seguito di convocazione da parte dei rappresentanti dei RU e dei PA in SA e CdA inviata lo scorso 5 ottobre, nell'aula magna di Sant'Abbondio in Como e nell'aula 8 di Montegeneroso in Varese, in collegamento in videoconferenza, per discutere i seguenti argomenti:

* procedure e modalità di voto per il rinnovo di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, anche alla luce della modifica statutaria recentemente approvata che introdurrà tra qualche mese l'elettività anche per quest'ultimo organo di governo;

* condivisione, discussione e se del caso promozione di eventuali candidature per l'uno e per l'altro organo.

Al termine della riunione l'Assemblea ha deliberato all'unanimità di:

(1) Indire una consultazione tra tutti i docenti sulle candidature presentate per il CdA. In occasione della consultazione, ogni docente dovrà poter esprimere tre preferenze, una per ognuna delle tre fasce la cui presenza è prevista in CdA.

(2) Tenere la consultazione tra il 5 e il 13 novembre prossimi. La scadenza del 13 novembre coincide con le elezioni per il SA e la consultazione potrebbe essere tenuta a margine delle votazioni ufficiali. Sarebbe tuttavia preferibile (anche per motivi logistici e organizzativi) svolgere la consultazione utilizzando procedure informatizzate e piattaforme disponibili in rete: a tal fine un gruppo di lavoro costituito da alcuni tra i rappresentanti dei docenti e del personale negli attuali organi di governo e dai RU che a suo tempo gestirono la consultazione online per l'elezione dei rappresentanti dei RU nella Commissione Statuto provvederà nei prossimi giorni a verificare l'utilizzabilità di alcuni strumenti già identificati in rete).

(3) Impegnare i rappresentanti in SA e CdA a indire un'ulteriore assemblea a ridosso della consultazione (quindi verosimilmente tra il 5 e l'8 novembre) invitando in tale sede i candidati alla designazione in CdA a presentare pubblicamente le motivazioni della propria candidatura nonché gli obiettivi che intenderanno perseguire e gli impegni che riterranno di assumere nei confronti dell'Ateneo e della Comunità accademica in caso di designazione.

(4) Invitare coloro che intendono dare la propria disponibilità per essere eletti in SA a pubblicizzare la propria candidatura nella maniera più ampia e condivisa e in tempi ragionevolmente brevi, in modo da consentirne una compiuta valutazione da parte dell'elettorato di riferimento, riservandosi - analogamente alle candidature per il CdA - di definire occasioni di incontro e confronto.

Si allegano le slide utilizzate durante l'Assemblea.

I Rappresentanti dei Ricercatori e dei Professori di II fascia
nel Senato Accademico e nel Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo

lunedì 8 ottobre 2012

CATANIA: LA DENUNCIA DELLE ORGANIZZAZIONI UNIVERSITARIE

 
ADI, ANDU, COBAS-Pubblico Impiego, CoNPAss, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-INTESA-FP, UIL RUA, USB-Pubblico Impiego

  Le organizzazioni nazionali sindacali, di categoria e studentesche stigmatizzano l'operato del Rettore dell'Ateneo di Catania in relazione all'utilizzo del Collegio di disciplina e denunciano i contenuti delle nuove "Linee guida comportamentali" approvate dal Consiglio di Amministrazione, con le quali si pretende di impedire la discussione pubblica su procedimenti disciplinari in corso. 
 
 Quanto accade nell'Universita' di Catania evidenzia il tentativo del Rettore di intimidire le componenti dell'Ateneo e di restringere gli spazi di liberta' e confronto sulla gestione dell'Universita': esemplare il divieto di utilizzare le mailing list di ateneo per le comunicazioni sindacali e di categoria. 

 Questa vicenda conferma le preoccupazioni, piu' volte espresse, sulla nuova 'govenance' imposta dalla legge 240/2010 che attribuisce poteri pressocche' assoluti al Rettore e al suo Consiglio di Amministrazione e conferma il timore di un uso improprio dei Collegi di disciplina locali e la necessita' che venga ripristinato al piu' presto un Collegio nazionale.

 Roma, 5 ottobre 2012
 

sabato 6 ottobre 2012

Il rettore di Catania, ovvero la banalità dell’autoritarismo


Cosa è l’autoritarismo? Molto semplicemente è la pretesa di uniformare comportamenti collettivi con la forza, sia essa forza fisica sia forza derivante dalla carica che si ricopre, senza alcun riguardo e fondando la propria azione sull’arbitrio.
Il rettore e il CdA dell’università di Catania ne sono la prova vivente, testimoniando anche a quali esiti si può arrivare applicando alla lettera la legge 240/2010 (legge Gelmini) e portando alle estreme conseguenze i margini di discrezionalità e arbitrio che essa prevede per l’azione – in questo caso azione disciplinare – dei rettori.
Che cosa succede? Semplicemente che il CdA, presieduto dal rettore Antonino Recca, ha prodotto il documento “linee guida comportamentalinel caso di apertura di procedimenti disciplinari”. Si tratta di una specie di vademecum per inquisitori nel quale si stabilisce che nel caso di un provvedimento disciplinare – la cui iniziativa spetta al rettore, come previsto dall’art. 10 della legge 240/2010 – si debbano evitare “interferenze esterne” che incidano sul collegio di disciplina dell’ateneo, sempre previsto, anch’esso, dalla legge 240.
E quali sarebbero queste interferenze esterne? Nientemeno che “pubblici dibattiti, […] assemblee di docenti”, il coinvolgimento di “organi istituzionali o, finanche, organi di informazione, con il rischio, soprattutto in quest’ultimo caso, di gettare discredito sull’intera istituzione universitaria” (da notare l’involontaria comicità del riferimento al “discredito” per la istituzione universitaria, fatto da chi la sta screditando).
Sono passati quasi settant’anni dalla fine dell’esperienza fascista in Italia, ma non avremmo mai pensato di leggere, in un documento prodotto dall’organo di governo di un’Università pubblica, che un pubblico dibattito o un’assemblea di docenti o, udite udite, il coinvolgimento di organi di informazione, fossero “interferenze esterne” su un procedimento che deve valutare se un dipendente abbia o meno commesso un illecito disciplinare.
Molto pianamente, si chiama libertà di espressione (art. 21 della Costituzione), al pari del dibattito che si apre durante un processo penale (pubblico per definizione) e che leggiamo sulla stampa o che osserviamo alla televisione.
La trasparenza è una pietanza indigesta per molti, ma per il mondo universitario diventa addirittura mefitica. Facciamo tutto tra noi, evitiamo interferenze, soprattutto, diocisalvi, le pericolosissime assemblee dei docenti o i sovversivi dibattiti pubblici, per non parlare di quella stampa, così curiosa...
Quindi, riepilogando, il rettore di Catania, depositario del potere di iniziativa dell’azione disciplinare, non vuole che alcuno apra bocca mentre il collegio di disciplina (nominato dal rettore su delibera del senato accademico, presieduto dal rettore) decide sui fatti contestati e invia la sua decisione al Consiglio di amministrazione (presieduto dal rettore) per i provvedimenti del caso (che saranno irrogati dal rettore).
In questo procedimento c’è una persona sempre presente, il rettore. Gli altri devono guardare, fare sì con la testa e, soprattutto, tacere.
L’ha detto Lui…
Però sorge un dubbio: se questi pericolosi dibattiti pubblici sono organizzati fuori dall’università o se il coinvolgimento dei mezzi di informazione avviene spontaneamente, che cosa farà il rettore? Organizzerà squadre di salute universitaria per ripulire i locali che ospitano i pubblici dibattiti? Oppure darà fuoco alle sedi dei giornali colpevoli di interessarsi dei suoi affari di casa e di famiglia? Purtroppo, quando si comincia a intendere una manifestazione di pensiero come una interferenza, passibile di sanzione – a sua volta – disciplinare, la china è tutta in discesa verso modelli autoritari. La legge 240 era portatrice di contenuti pericolosi, come ad esempio la concessione ai rettori di poteri da pater familias e, tra le altre cose, l’abolizione del collegio unico di disciplina presso il Consiglio universitario nazionale. Questi limiti li abbiamo denunciati a voce alta e bassa, senza essere ascoltati: adesso assistiamo a esiti come questo, che non è il primo e non sarà l’ultimo effetto malato di una legge balorda.
Il rettore di Catania, da parte sua, a quanto pare conosce la Costituzione poco e male, quindi lo vorremmo aiutare, indicandogli, oltre all’art. 21, anche l’altrettanto importante art. 28: “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti”. Non sia mai che si ritrovi pure lui sottoposto a un’azione “disciplinare” ben più seria e importante.
E il ministro, già rettore, Profumo, che dice? Non sarebbe il caso di dare un’occhiata a questa perla del diritto “privato” (privato di tutto, di dignità e di motivazione) invece di perdere il tempo a perseguire gli statuti di quegli atenei che si sono segnalati per la troppa democraticità e forme di partecipazione?

Piero Graglia

venerdì 5 ottobre 2012

Assemblea di Ateneo su rinnovo di SA e CdA - martedì 9 ottobre 2012, ore 11.00

 
Ai Professori e ai Ricercatori
dell'Università degli Studi dell'Insubria
LORO SEDI


Cari Colleghi,

in previsione del rinnovo del SA e del CdA del nostro Ateneo è convocata per il prossimo martedì 9 ottobre con inizio alle ore 11 una

ASSEMBLEA DI ATENEO

per:

* discutere le procedure e le modalità di voto per il rinnovo di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, anche alla luce della modifica statutaria recentemente approvata che introdurrà tra qualche mese l'elettività anche per quest'ultimo organo di governo;

* condividere, discutere e se del caso promuovere eventuali candidature per l'uno e per l'altro organo.

Le sedi dell'assemblea (collegate in videoconferenza) sono:
* a Como l'aula magna di Sant'Abbondio
* a Varese l'aula 8 di Montegeneroso

Le elezioni per il SA sono fissate per il prossimo 13 novembre mentre le candidature per il CdA devono obbigatoriamente essere presentate entro il prossimo 10 ottobre.

In attesa di incontrarci il prossimo 9 ottobre, vi ringraziamo e vi salutiamo con cordialità,

I Rappresentanti dei Ricercatori e dei Professori di II fascia
nel Senato Accademico e nel Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo
 

venerdì 28 settembre 2012

Elezioni del Rettore 2012-2018 - Messaggio della Prof. Anna Maria Arcari


-------- Messaggio originale --------
Oggetto:     Elezione del Rettore
Data:     Fri, 28 Sep 2012 08:07:53 +0200
Mittente:     Arcari Anna Maria


Carissimi
 

ad urne ancora chiuse vorrei personalmente ringraziare le 200 "persone"  che hanno espresso preferenza per il programma che Alberto ed io abbiamo presentato. Non siamo in grado di raggiungervi individualmente, lo facciamo attraverso una semplice mail.

Ieri, abbiamo lasciato libero il nostro elettorato di dirottare il  voto verso il candidatoche avrebbe dato loro maggiori rassicurazioni, senza avviare trattative di cessione dei voti al miglior offerente.  Non eravamo comunque in grado di farlo, non facciamo parte di un'élite di potenti che governano voti, e il consenso che abbiamo raccolto non è stato frutto di comportamenti demagogici bensì di un riconoscimento di merito. Quello stesso merito di cui oggi tanto si parla ma per il quale, molti di noi, non sono ancora disposti a mettere in discussione  privilegi e  interessi personali.
 

Buona fortuna all'Insubria e buon lavoro al nuovo rettore.
 

Anna Maria Arcari
 

/Prof.ssa Anna Maria Arcari/
Dipartimento di Economia
Via Monte Generoso, 71
21100 VARESE




mercoledì 19 settembre 2012

Elezioni del Rettore 2012-2018 - L'INCONTRO DEL 13 SETTEMBRE


Elezioni del Rettore di Uninsubria 
2012-2018 
Quali impegni per quale futuro? 

giovedì 13 settembre, ore 14:30 
Aula Magna di Via Ravasi a Varese 
in collegamento in videoconferenza con la sede di Como

mercoledì 12 settembre 2012

Elezioni del Rettore di Uninsubria 2012-2018 - LA DIRETTA STREAMING


Elezioni del Rettore di Uninsubria
2012-2018
Quali impegni per quale futuro?

giovedì 13 settembre, ore 14:30
Aula Magna di Via Ravasi a Varese
in collegamento in videoconferenza con la sede di Como

Segui la diretta streaming all'URL:




ATTENZIONE
Il filmato è in formato Windows Media Video
ed è visibile con Windows Media Player e con VLC,
NON con QuickTime.
Windows Media Player è installato su tutte le macchine Windows.
VLC può essere scaricato gratuitamente all'URL: http://www.videolan.org/

martedì 11 settembre 2012

NO PROROGA RETTORI - Benvenuto a Perugia Ministro Profumo!

 
Il Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori dà il benvenuto al Sig. Ministro dell'Università Prof. Profumo in visita all'Università di Perugia
 
La visita del Ministro dell’Università ad un Ateneo dovrebbe rappresentare una imperdibile occasione di confronto tra le varie anime che compongono la comunità accademica, impegnate tutte, pur con orientamenti differenti, a progredire culturalmente, scientificamente e didatticamente ed il proprio referente: il Ministro, il quale oltre a vigilare sul corretto svolgimento delle attività dell’Ateneo, deve farsi carico delle motivate istanze di crescita e cambiamento che da esso provengono, traducendole ove necessario in provvedimenti di carattere legislativo.
 
Ebbene, quel rapporto di fiducia che dovrebbe intercorrere tra il Ministro e la comunità accademica di numerose sedi universitarie, inclusa quella perugina, è stato definitivamente compromesso dalla pervicacia con cui il Ministero, in una materia sensibile e coerentemente normata nell’ambito della legge 240/2010, quale il limite al mandato dei rettori in carica al momento dell’adozione del nuovo statuto, ha inteso non già suggerire, bensì imporre il proprio punto in vista, impedendo che potessero avere luogo le legittime elezioni per il rinnovo dei rettori il cui mandato era scaduto nel 2011. Ministero e Ministro, pur di avere ragione su chi a tali elezioni rivendicava il diritto, non hanno esitato ad adire le vie legali, ricorrendo al contenzioso contro i decreti con i quali i Decani delle Università di Parma e de L’Aquila avevano indetto le elezioni, compiendo un gesto che certamente non ha giovato alla armoniosa e leale collaborazione cui dovrebbero essere improntati i rapporti tra istituzioni pubbliche. Il caso, oltre a mobilitare nei mesi scorsi un movimento nazionale contrario alla proroga, costituito da un nutrito gruppo di professori e ricercatori appartenenti ad una ventina di Università, ha indotto esponenti di forze politiche di maggioranza ed opposizione a promuovere numerose interrogazioni parlamentari alle quali, mostrando sprezzo per l’istituzione, il Ministro non ha mai inteso replicare di persona. L’indirizzo ministeriale in base al quale il rettore di Perugia dovrebbe permanere in carica anche per il 2012/2013, anno successivo a quello nel quale si è concluso il percorso di adozione del nuovo statuto, è stato sconfessato dal  T.A.R. dell’Umbria (sede Perugia), che con sentenza del 9 luglio u.s. ha ordinato all’università di “svolgere l’attività normativa ed amministrativa, necessaria e propedeutica alla successiva indizione delle elezioni alla carica di Rettore”. Davanti ad una bocciatura così sonora il Ministro non è addivenuto a più miti consigli, bensì mentre ricorreva contro la decisione del T.A.R. dell’Umbria, egli sollecitava l’inserimento di un emendamento che sostanzialmente sposava l’interpretazione ministeriale, nel decreto legge “spending review” in discussione al Senato della Repubblica.
 
La proroga dei Rettori scaduti nel 2011, pur essendo in aperto contrasto con l’unica lettura possibile della norma data da un Tribunale dello Stato, pur intervenendo su una vicenda giudiziaria ancora aperta a successivi pronunciamenti della magistratura amministrativa, pur essendo stata introdotta attraverso un emendamento totalmente estraneo al titolo e ai contenuti del decreto “spending review”, pur aprendo le maglie a ricorsi contro la permanenza in carica dei rettori dalla scadenza del proprio mandato, nel 2011, fino alla conclusione della procedura di adozione dello statuto, è diventata legge dello Stato.
 
Tenuto conto di quanto precede e non dimenticando i contenziosi sollevati dal Ministero sul mancato recepimento degli emendamenti da esso proposti agli statuti di diverse sedi (con sentenze di primo grado avverse al ricorrente a Genova e Torino), si giunge alla conclusione che mai, nella storia dell'università italiana, si è registrato un tale livello di conflittualità tra Ministero e comunità accademica come accade oggi con questo Ministro e questo Governo. Il Ministro Profumo, con il suo atteggiamento belligerante ed il suo essersi prestato al mortificante espediente della norma salva rettori, ha scavato un solco tra l’istituzione che rappresenta e le gambe ed i cuori di coloro che tale istituzione animano, i quali non rivendicavano altro se non il diritto di scegliere mediante elezioni, in autonomia e come garantito dalla legge, i vertici ai quali affidare le proprie speranze per l’Università del domani. Pertanto, insieme ai precari della scuola mortificati da un concorso che frustrerà le aspirazioni di tanti, insieme ai ricercatori e docenti universitari vittime di criteri punitivi, che stabiliscono che per accedere alla fascia superiore bisogna possedere più titoli della metà di coloro che a tale fascia già appartengono, insieme agli studenti colpiti da aumenti indiscriminati delle tasse universitarie, insieme a coloro che avrebbero voluto mettere la propria esperienza a servizio della collettività, candidandosi al soglio più alto del proprio Ateneo per imprimere una svolta ad unagovernance che ci ha portati sull’orlo del precipizio, ci permettiamo di dire: Signor Ministro e caro Collega, torni a fare il professore.
 
Comitato NO.PROROGARETTORI.                            
Università Italiane 13 settembre 2012

Elezioni del Rettore di Uninsubria 2012-2018 - LE RISPOSTE

Elezioni del Rettore di Uninsubria 2012-2018
Quali impegni per quale futuro?
I quesiti della Comunità Accademica
e
le risposte dei Candidati

Pubblichiamo qui di seguito le risposte
pervenute da ognuno dei Candidati entro i termini prestabiliti.
 
I CORSI DI LAUREA E GLI STUDENTI
La contribuzione studentesca
L’associazionismo

UNIVERSITA’ E TERRITORIO
Gli enti locali e le imprese
La scuola
Il Canton Ticino
L’immagine dell’Università e il marketing
In generale

IL RECLUTAMENTO, LE CARRIERE E LA PREMIALITA’
L’attività “di servizio”

IL GOVERNO DELL’ATENEO
Le indennità di carica
Le strutture dell’Ateneo

LA RICERCA

ALLA RICERCA DEL FUTURO...

lunedì 10 settembre 2012

NO PROROGA RETTORI: BENVENUTO A VITERBO AL MINISTRO DELL'UNIVERSITÀ PROF. PROFUMO

 
Il Comitato Nazionale NO.PROROGA.RETTORI dà il benvenuto al Sig. Ministro dell'Università Prof. Profumo che viene in visita all'Università della Tuscia, porgendo il proprio omaggio al Magnifico Rettore Prof. Mancini, nonché presidente CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), la cui poltrona tanto faticosamente egli si è impegnato a difendere.
 
La visita infatti, al di là delle motivazioni ufficiali, non può che rappresentare la celebrazione dell’espediente che consente al Prof. Mancini e a numerosi rettori italiani che sono sulle loro poltrone da più di un decennio grazie a provvidenziali variazioni di statuto e il cui mandato è scaduto nel 2011, un ulteriore anno di permanenza in carica, dopo la proroga concessa loro per l’anno accademico corrente 2011/2012 dalla legge 240/2010.
 
Il Prof. Mancini, preso atto della contestazione che l’idea di un ulteriore anno in carica ai rettori scaduti aveva suscitato in numerosi atenei italiani, deve essere stato vittima di un attacco di panico di fronte alla sentenza del giugno ultimo scorso con cui il TAR dell'Umbria, sconfessando una interpretazione ministeriale favorevole alla proroga, intimava all’ateneo perugino, nelle medesime condizioni di unitus, di “svolgere l’attività normativa ed amministrativa, necessaria e propedeutica alla successiva indizione delle elezioni alla carica di Rettore” previste per la fine del 2012.
 
A risolvere la questione ci ha pensato il Ministro Profumo a fine luglio, sollecitando l’inserimento di una norma salva rettori nel testo del decreto legge "spending review" allora in discussione al Senato della Repubblica. Nello specifico il Ministro, piuttosto che tagliare il costo delle indennità di carica dei Rettori o le auto blu a disposizione dei Rettorati o ancora – perché no? -invece di mettere in discussione le esose quote di iscrizione alla associazione privata CRUI, introduce una norma opaca, senza dubbio foriera di contenziosi, estranea al titolo e ai contenuti del decreto, il cui unico effetto è quello di impedire che le elezioni per il rinnovo della carica di rettore abbiano corso, ledendo così l’autonomia degli atenei. Sarebbe stato più saggio inserire il tutto nel decreto "mille proroghe" di fine anno (una proroga in Italia non si nega a nessuno), ma la ignavia dei partiti, la mancata vigilanza degli organi di informazione e le prospettive di un autunno caldo hanno indotto il Ministro a rompere gli indugi e forzare la mano pur di scongiurare tempestivamente il pericolo che i magnifici rettori, una volta scaduti, non potessero più essere riesumati a causa dell’eccessivo numero di mandati consecutivi maturati.
 
Tutta la vicenda apre molti interrogativi:
  • non sembra possibile costituzionalmente che si intervenga per legge su fatti ancora oggetto di ricorsi giurisdizionali;
  • quali sono le motivazioni di un tale intervento legislativo: i rettori italiani sono insostituibili? Ma perché allora non sono eletti a vita come il Papa?
  • La legge Gelmini di riforma dell'università è del 2010. Già nel 2012 deve essere cambiata? Eppure nessuna voce di dissenso si era levata da parte della CRUI, del Prof. Mancini e neanche da parte dell’allora rettore Profumo in proposito al limite categorico di 6 anni imposto al mandato dei rettori, salutato entusiasticamente in maniera bipartisan dal Parlamento. La riserva mentale era forse che il vincolo sul mandato dovesse essere riservato solo ai rettori entranti?
  • La libertà democratica dei docenti di votare i rettori è sospesa. Le elezioni dei rettori nel 2012 fanno paura? Le elezioni sono il superfluo, la carica di Rettore è il necessario: Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca?
  • Il governo Berlusconi era tacciato (giustamente) di leggi ad personam, il governo dei tecnici (anche ex rettori) fa leggi ad personas ed il silenzio è d'obbligo?
Qual è il male di cui soffrono Atenei, Stati, Enti in cui il Rettore o Presidente hanno durate decennali, con vari espedienti di allungamento? Un Magnifico Rettore con carica ultradecennale, soprattutto con proroghe per legge, non votato e con sospensione di libere elezioni, passa dalla sua carica di Magnifico Rettore a quella di Magnifico padrone dell'Università: un padrone non ha obblighi ma capricci, non deve rispettare la legge, la legge è lui, non ha bisogno di liberi cittadini ma di sudditi e servi. Il servilismo è il male più diffuso nelle Università Italiane e l'ostacolo più grande ad un'effettiva crescita democratica degli Atenei (v. La libertà dei servi, M. Viroli, Laterza, 2010).
 
La vicenda delle nomine delle commissioni TFA (Tirocini Formativi Attivi) all'Ateneo della Tuscia esemplifica il problema: si ritorna ai tempi di Caligola che può nominare il suo cavallo senatore nella più completa discrezionalità, senza rispettare i principi di imparzialità, trasparenza ed efficienza propri della Pubblica Amministrazione.
 
Il Comitato Nazionale NO.PROROGARETTORI.
 
Università Italiane 10 settembre 2012

giovedì 6 settembre 2012

Elezioni del Rettore di Uninsubria 2012-2018 - IL CONFRONTO


Si terrà il prossimo giovedì 13 settembre con inizio alle 14:30 presso l'Aula Magna di Via Ravasi a Varese, in collegamento in videoconferenza con la sede di Como, l'incontro pubblico durante il quale i Candidati alle elezioni per il rinnovo del Rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria avranno modo di confrontare i rispettivi programmi elettorali e in particolar modo le risposte ai quesiti posti dalla nostra Comunità accademica.

L'incontro, che sarà organizzato anche con la partecipazione dei Rappresentanti degli studenti negli Organi di governo, avrà la durata indicativa di due ore circa, con tempi così suddivisi:

  • tre minuti a disposizione di ogni candidato rettore per una introduzione personale e del proprio programma;
  • due minuti e mezzo a disposizione per rispondere ad ognuna delle dieci domande nelle quali sarà sintetizzato il documento che vi è stato inviato lo scorso 22 agosto;
  • infine, due minuti a disposizione per un messaggio conclusivo da parte di ogni candidato.

Sarà a discrezione di ogni candidato rettore cedere la parola al proprio candidato prorettore vicario, nell'ambito del tempo complessivamente a disposizione per ogni intervento, che in ogni caso rimarrà il medesimo.

Data l'importanza, la delicatezza e la complessità dell'evento, gli organizzatori contano sulla massima collaborazione dei candidati, in particolar modo per il rispetto dei tempi, che in ogni caso saranno cronometrati. Va precisato a tal proposito che:

  • il tempo a disposizione di ognuno per rispondere alle dieci domande è considerato cumulativamente;
  • ogni candidato avrà cioé a disposizione un totale di 25 minuti "d'orologio";
  • in particolare, non potrà superare i 2 minuti e 30 secondi per la prima risposta;
  • dalla seconda risposta in poi avrà a disposizione l'eventuale tempo risparmiato in occasione delle risposte precedenti;
  • così sarà fino alla decima domanda, per la cui risposta potrà utilizzare tutto il tempo avanzato, fino ad un limite massimo di 4 minuti;
  • l'eventuale ulteriore tempo rimanente, sul totale di 25 minuti, verrà azzerato prima del messaggio conclusivo.

Si precisa inoltre che l'ordine con il quale ogni candidato prenderà la parola sarà definito tramite estrazione dei nomi, collocati in tre buste chiuse, prima dell'inizio dell'incontro. Più precisamente, l'estrazione deciderà l'ordine delle presentazioni, si procederà di conseguenza per le risposte a ognuna delle dieci domande (es. 123-231-312-123- ecc.) fino a concludere con i messaggi di ogni candidato: in tal modo, al termine dell'incontro ognuno dei candidati avrà preso la parola 4 volte per primo, 4 per secondo e 4 per ultimo.
 

APeR rinnova, anche a nome di tutta la Comunità accademica, i più sentiti ringraziamenti per l'impegno che i candidati hanno ritenuto di dedicare nell'interesse dell'Ateneo, con la certezza che - indipendentemente dal risultato elettorale - il medesimo impegno non mancherà anche successivamente, consegnando in tal modo a tutti la consapevolezza di poter contare su persone responsabilmente impegnate a costruire il futuro di Uninsubria.

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I precedenti Post di APeR sulle elezioni:

 

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