domenica 6 gennaio 2013

NO.PROROGA.RETTORI - GESTIONE DELLE UNIVERSITA' ITALIANE: BATRACOMIOMACHIA O TRAGEDIA?


GESTIONE DELLE UNIVERSITA' ITALIANE:
BATRACOMIOMACHIA O TRAGEDIA?
 
 
Le Università italiane sono gestite con un eccesso spaventoso di norme ministeriali in cui è difficile raccapezzarsi e a cui si è aggiunta in ultimo l'occhiuta presenza dell'ANVUR per la (s)valutazione dell'Università e della Ricerca. Tali norme, tuttavia, trovano sempre elusioni e disapplicazioni: la legge non è uguale per tutti ma solo per pochi.
Quale risulta lo stato attuale di attuazione della riforma dell'Università stabilito dalla legge cosiddetta Gelmini (240/2010)? La legge prevede norme ben precise di riforma con cadenze temporali ben chiare, pena di commissariamenti minacciati che si sono sempre risolti nelle consuete grida manzoniane. E' notorio che la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) è stata favorevole alla Riforma Gelmini, anche nei suoi massimi esponenti, probabilmente con la riserva mentale di sabotarla, soprattutto in quelle norme più penalizzanti per i Magnifici Rettori in carica e aspettando, per questo, il momento più propizio che si è presentato con la caduta del governo Berlusconi e la nascita del governo tecnico, con alcuni ex-Rettori presenti: lo stesso Presidente del Consiglio Prof. Monti ed il Prof. Profumo, ex Rettore del Politecnico di Torino, ora ministro dell'Università al posto dell'On. Gelmini.
Ecco alcune perle nell'applicazione saggia e sapiente della suddetta legge, ad opera dei Rettori delle Università italiane e con l'avallo della CRUI.
 
Dipartimenti. La legge prevede che le Facoltà debbano scomparire (anche se a giudicare dalla sua “agenda”, il Presidente Monti lo ignora) e che debbano formarsi Dipartimenti di almeno 35 o 40 docenti (a seconda della numerosità dei docenti nella varie Università), "afferenti a settori scientifico-disciplinari omogenei". Il principio ispiratore della norma, del tutto condivisibile è la razionalizzazione delle risorse attraverso l’accorpamento di più strutture dipartimentali. Ebbene la realtà è stata quella che un settore scientifico-disciplinare formato ad esempio in una Università da due o più docenti, si siano divisi tra due o più dipartimenti: uno stesso settore scientifico disciplinare non è omogeneo neanche a se stesso! La logica è quella della panspermia scientifica, invece di quella della famiglia scientifico disciplinare unita. Esemplare il caso dell'Università della Tuscia, ove sono molti i Settori Scientifico Disciplinari con due soli componenti, divisi tra due Dipartimenti. Ma c'è di più: neanche la soglia numerica minima di afferenti è stata rispettata. Alla Tuscia ad esempio, il Magnifico Rettore e Presidente della CRUI Prof. Mancini ha dato il proprio avallo a un Dipartimento sotto-dimensionato come numero di docenti componenti: che importa la legge, la legge non si applica, ma si interpreta in maniera creativa, se conviene.
 
Rettori. La legge 240/2010 prevedeva che gli statuti dell'Università dovessero essere adeguati alla nuova legge e dal momento di adozione dei nuovi statuti il mandato dei Rettori in carica è prorogato fino al termine del'anno accademico successivo. Ma soprattutto: forse l’unico elemento apprezzabile della Gelmini, vi è un preciso limite al mandato temporale dei futuri Rettori. Ma si sa, alla poltrona di rettore si rinuncia mal volentieri: in questi giorni abbiamo potuto apprezzare come mantenerla possa anche fruttare un seggio in Parlamento… E così nel 2012 è sorta una querelle appassionante tra i Rettori (alcuni con mandati ultradecennali) decisi a rimanere il più a lungo possibile in carica e molti docenti decisi a rinnovare i Rettori secondo criteri di cambiamento e alternanza democratica. Esemplare il caso dell'Università dell'Aquila con un decano che convoca le elezioni per il Rettore ed il Rettore, già in regime di proroga che si oppone in quanto ritiene di avere diritto ad un secondo anno di proroga ai sensi della legge 240/2010. In ultimo, una sentenza del TAR dell'Umbria (giugno 2012) da ragione ad un docente: un solo anno di proroga per il Rettore di Perugia ed elezioni per il nuovo Rettore immediate. Fortuna che a rimettere le cose a posto ci ha pensato il governo dei Rettori!
 
Ancora Rettori e Spending Review. Nella legge cosiddetta Spending Review, del 7 agosto 2012, è prevista con un codicillo (il 42-ter dell’articolo 7) la proroga di un ulteriore anno dei rettori già prorogati di un anno dalla legge Gelmini, nelle more degli adempimenti statutari, che diventano così delle interminabili tele di Penelope. L’esempio lampante di ciò è la situazione di Perugia, laddove il Rettore bis-prorogato a due anni dalla entrata in vigore della legge non è stato neppure capace di avviare i nuovi dipartimenti! Ed è divertente che la legge spending review "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" venga intesa come invarianza dei rettori senza alcuna revisione della spesa pubblica per la loro carica:
-quanto costano le indennità di carica di rettori che non si riesce a far scadere?
-quanto costano le auto blu a disposizione dei rettorati italiani?
-quanto costano le segreterie particolari dei rettori presenti nelle università italiane?
Leggi ad Rectores, altro che leggi ad Nationem, come spudoratamente dichiarato a fine anno dall'attuale capo del Governo Prof. Monti, ex-Rettore, come il suo sodale Prof. Profumo. La democrazia è votazioni (anche dei rettori) ed alternanza, non proroga della proroga per legge.
 
Rettori o Padroni? Qual è il male di cui soffrono Atenei, Stati, Enti in cui il Rettore o Presidente hanno durate decennali, con vari espedienti di allungamento? Un Magnifico Rettore con carica ultradecennale, soprattutto con proroghe per legge, non votato e con sospensione di libere elezioni, passa dalla sua carica di Magnifico Rettore a quella di Magnifico padrone dell'Università: un padrone non ha obblighi ma capricci, non deve rispettare la legge, la legge è lui, non ha bisogno di liberi cittadini ma di sudditi e servi. Il servilismo è il male più diffuso nelle Università Italiane e l'ostacolo più grande ad un'effettiva crescita democratica degli Atenei. La vicenda delle nomine delle commissioni TFA (Tirocini Formativi Attivi) all'Ateneo della Tuscia esemplifica il problema: un professore di prima fascia, del settore di interesse, di grande competenza e valenza scientifica, si vide sostituito in commissione da un collega estraneo al settore di pertinenza e di II fascia, solo per aver reso nota la propria posizione avversa all’ulteriore anno di proroga al Rettore. Si ritorna ai tempi di Caligola che può nominare il suo cavallo senatore nella più completa discrezionalità, senza rispettare i principi di imparzialità, trasparenza ed efficienza propri della Pubblica Amministrazione.
 
Affidamento insegnamenti. All'articolo 23 la legge Gelmini prevede che per i contratti di insegnamento il titolo di Dottore di ricerca è titolo preferenziale. Alcune Università (per esempio Università della Tuscia a Viterbo) hanno interpretato tale dettato di legge, non come preferenziale a parità di titoli, ma prioritario in assoluto. E' come se il Nobel Enrico Fermi in un affidamento di un insegnamento di Fisica delle Particelle, è perdente rispetto ad un neo-dottore di ricerca in Fisica delle Particelle, ma non solo, anche di fronte ad un neo-dottore in Linguistica Indoeuropea. Tanta assurdità non è stata mai revocata all'Università della Tuscia. Che ne pensa in proposito la Comunità Scientifica Internazionale o l'ANVUR o il Ministero?
 
Incentivazione CdS alla Tuscia nel 2012. Alla Tuscia nel 2012 sono stati distribuiti 50.000 euro ai CdS virtusi in base a parametri di efficienza della didattica (miglioramento delle iscrizioni e diminuzione della mortalità studentesca). Uno dei problemi è: quei soldi sono stati dati a dei CdS che si sono attivati con strumenti specifici per migliorare la didattica o è una specie di vincita di un terno a lotto, che ha premiato soltanto dei CdS fortunati? Bene la risposta corretta è la seconda: un'incentivazione casuale a perdere ed una tantum, senza alcuna messa in campo di metodi o sistemi in grado di far progredire i CdS. Uno sperpero di risorse, non un investimento per il miglioramento. Ovviamente tutto è rimasto come prima, nonostante i 50.000 euro regalmente elargiti.
 
Informatizzazione degli Atenei: esami, attività didattica, carriere degli studenti. Una priorità del Governo o dei passati Governi è l'informatizzazione della Pubblica Amministrazione ed anche delle Università. Ha del miracoloso che tutto si svolga per via telematica, con abolizione dei famigerati pezzi di carta. Alla Tuscia, però, come in altri Atenei, ci si muove, ma con il freno tirato (adelante Pedro con juicio): sì alla informatizzazione degli esami universitari, ma con stampa del verbale cartaceo: le norme ancora prescrivono che il verbale deve essere cartaceo. Gli utenti della strada sanno benissimo, quando incappano, ahinoi troppo spesso, in multe per violazione al Codice della Strada che il verbale è telematico, che viene stampato solo in sede di contestazione: non c'è una copia cartacea che valida la copia informatica. Ma le multe stradali sono una cosa, altra cosa sono gli esami con registrazione informatica. Ma i sistemi informatici delle Università sono adeguati? Occorrerebbe una Commissione d'inchiesta ministeriale per capire lo stato e qualità di informatizzazione degli Atenei: le sorprese non mancherebbero. Molti problemi sono risolti con la buona volontà delle persone, soprattutto quelle addette ai Centri di Calcolo, altrimenti il sistema si bloccherebbe inesorabilmente.
 
Segreteria Studenti Unica alla Tuscia. Qual è il vantaggio della Segreteria Studenti Unica, quando la storia della Tuscia è basata su Segreterie di Facoltà? La risposta non è agevole. Da quello che risulta la duplicazione delle Segreterie (Unica e Didattica di Dipartimento) ha portato ad una duplicazione delle sedi (spesso distanti), del personale e delle competenze: con documenti e soprattutto studenti che oscillano (spesso a vuoto) tra i due centri con spreco di tempo e di risorse. Tutto si cambia perché non cambi nulla o meglio in peggio. Non è ovviamente un problema di persone o di addetti, ma di think tank. I maligni affermano che è solo una questione di prebende.
 
Nuovi Corsi di Studio. La riforma dell'ordinamento degli studi con il cosiddetto 3+2, ormai vecchio di un decennio, ha portato finora una serie infinita di disastri che il Ministero prima non è stato in grado di prevedere e guidare e poi ha aggravato. La molteplicazione dei CdS è un male antico a cui ancora non si pone rimedio, anzi risorge più virulento che mai con la dipertimentalizzazione degli Atenei previsto dalla legge Gelmini. Un caso significativo è presente per l'AA 2012-2013 alla Tuscia: presso il Dipartimento di Economia e Impresa (DEIM) è stato attivato un CdS in Ingegneria Industriale. Come è possibile attivare un CdS di Ingegneria presso un Dipartimento di Economia? E' semplice. Basta assumere dei Ricercatori a tempo determinato in SSD idonei e non è assolutamente necessario avere dei laboratori attivi in tale campo o delle tradizioni di ricerca: il Ministero approva a prescindere, basta poi fare un'ennesima nota per circoscrivere il caso. Ma perché un'Ingegneria Industriale alla Tuscia? La risposta è nella mancanza di matricole in questo Ateneo e l'ultima facoltà aperta alla Tuscia in Scienze Politiche con vari CdS è implosa in meno di un decennio. Ma questo non ha impedito la nascita Ingegneria e anche di di Giurisprudenza ed in un futuro prossimo venturo anche una futuribile Medicina Industriale, ovviamente sempre presso il DEIM. C'è di più, esiste pure un corso della Tuscia a Tarquinia: (link a http://www.lingue.unitus.it/facolta/tarquinia.htm) in "Lingue e letterature straniere" - CLASSE XI, Indirizzo: "Tecniche per il turismo e il territorio". Del corso non c'è traccia nel sito ufficiale del Ministero (link a http://offf.miur.it/pubblico.php/ricerca/show_form/p/miur), ma c'è traccia del costo complessivo per l'Ateneo della Tuscia per il conferimento degli incarichi "di insegnamento a carattere integrativo nel corso di studio in Lingue e culture moderne relativamente al piano di studi Lingue per turismo- Tarquinia" per 158 CFU e 50.165 euro per il 2012-2013. A quando un piano di studio per Ingegneria Navale a Tarquinia?
 
L'Università italiana nella sua storia ha un retaggio glorioso: dalla Alma Mater Studiorum (Università di Bologna dal 1088), all'Università di Padova dove ha insegnato G. Galilei, all'Istituto di Fisica di E. Fermi all'Università di Roma. Occorre tuttavia rivolgersi al lontano passato per trovare un qualche motivo di orgoglio, perché il presente è buio totale. "...Dappertutto io scorgo una contraddizione tra le parole e le azioni, tra le oneste intenzioni dichiarate e i procedimenti seguiti; tra la comprensibilità degli scopi e l'incomprensibilità dei mezzi adottati..." (Lettera del principe C. von Metternich al conte A. von Prokesh-Osten, Vienna 21/12/1854).
Speriamo in un futuro migliore, ma senza il Prof. Monti ex-Rettore, senza il Prof. Profumo ex-Rettore, senza il Prof. Mancini Rettore dell'Università della Tuscia e Presidente CRUI, i magnifici responsabili dello sfascio attuale delle Università statali, perché prosperino le private.

Il Comitato Nazionale NO.PROROGA.RETTORI

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