mercoledì 22 febbraio 2012

Il punto di vista dei professori associati


In una fase in cui si ammette di essere in un paese in recessione, in cui si studiano (a parole) meccanismi di rilancio, in cui l'industria privata si segnala per la particolare scarsità di investimenti in ricerca e sviluppo, di tutto si parla fuorché di ciò di cui si dovrebbe: il rilancio della ricerca, avvilita, depauperata e umiliata da una serie di provvedimenti legislativi fortemente penalizzanti, e in controtendenza con le scelte dei governi europei più avveduti.


In questo clima, anche per la trascurabile entità della voce di bilancio, di un forte rilancio della ricerca italiana né si parla né si vocifera, come se l'innovazione e la crescita fossero fenomeni casuali, che emergono spontaneamente come i funghi, o per effetto di qualche colpo di genio di finanzieri e banchieri.

Che si investa sempre meno, e sempre peggio (anche e e soprattutto per effetto della 240-Gelmini, la quale, al di là dei contenuti, ha spostato milioni di ore di lavoro dalla ricerca alla burocrazia) nella ricerca e nell'innovazione sta segnando in modo irrimediabile il futuro di un paese che ha sempre fatto cattivo uso delle sue grandi risorse.

Il “governo dei professori”, epiteto di cui la stampa nazionale si è fortemente innamorata, di tutto si occupa fuor che di “professori”. D'altra parte, per una banale legge combinatoria, qualche professore è entrato in ogni governo. Si inculca allora nell'opinione pubblica l'idea, quanto mai falsa, che al timone della nave sia subentrata la scienza. In realtà, gli scienziati continuano a stare nei laboratori, o nelle aule, a fare il loro mestiere, mentre al governo ci sono politici che probabilmente non tengono una lezione da trent'anni, e prevalentemente provengono da quell'unica area di studi che ha mostrato tutta la sua lungimiranza nella previsione e nella gestione della crisi attuale. L'unica cosa che si può concedere sensatamente, oggi, è che è legittimo sostituire al celeberrimo enunciato il più moderno: “Piove, governo tecnico”.

Il coordinamento nazionale dei professori associati, cui aderiscono oltre 40 Atenei, vuole prima di tutto stigmatizzare questa incredibile ingenuità politica, e, propositivamente, indicare alcuni irrinunciabili ed immediati correttivi, per il bene del paese

CoNPAss
http://www.professoriassociati.it/

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