venerdì 8 ottobre 2010

Il Rettore UnivAQ contro DdL e provocazione


Da: Magnifico Rettore Università dell'Aquila [mailto:rettore at cc.univaq.it]

Inviato: venerdì 8 ottobre 2010 11:10
A: 'segreteriacrui at crui.it'
Cc: RETTORI
Oggetto: Sulla richiesta della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero

Caro Presidente Decleva,

tutti noi rettori stiamo fronteggiando nei nostri Atenei una situazione molto difficile e complessa, sospesi tra la legittima protesta dei ricercatori da un lato e preoccupati, dall'altro, per l'altrettanto legittima aspirazione dei nostri studenti a far valere il loro diritto allo studio.

Questa situazione - come apertamente e ripetutamente ho avuto modo di dichiarare in Assemblea CRUI per ultimo il 25 febbraio u.s. - è un portato inevitabile dei contenuti del ddl Gelmini, che di fatto non risolve i veri problemi dell'Università italiana.

Ad aggravare questa difficile situazione, esasperando il clima politico generale che rischia di impedire quel sereno e costruttivo dibattito da tutti noi auspicato e perseguito, si aggiunge ora quella che definirei una gratuita e inutile provocazione da parte della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali che ci chiede, in merito al personale in servizio nel ruolo di ricercatore, di sapere. "quali attivita' tale personale si rifiuti eventualmente di svolgere e se tale rifiuto consista nel manifestare preventiva indisponibilita' all'assunzione degli incarichi di docenza...".

Questa richiesta - per i suoi contenuti, per le modalità e per i tempi con cui ci è pervenuta - rappresenta un attacco inaccettabile all'Autonomia di tutto il sistema universitario che come rettori, e quindi per legge primi garanti di tale Autonomia, non possiamo non denunciare e respingere con forza.

Ti chiedo pertanto di assumere, a nome dei rettori delle Università italiane, ogni possibile iniziativa per salvaguardare l'Autonomia del sistema universitario, presupposto indispensabile per garantirne la sua sopravvivenza.

Cordiali saluti

Ferdinando di Orio

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