giovedì 18 novembre 2010

Protestiamo contro il DdL Gelmini!


Lunedì prossimo riprenderà l’esame del DdL Gelmini da parte della Camera dei Deputati. Contrariamente a quanto affermato dalla maggioranza di governo e da pochi accademici compiacenti, questo progetto di legge non ha nulla a che vedere con la riforma della quale l’università italiana ha urgente bisogno, ma rappresenta un’epocale operazione di smantellamento del nostro sistema universitario pubblico che, qualora portata a compimento, cancellerebbe per sempre il diritto allo studio, la libertà di ricerca e di insegnamento e la dignità del lavoro negli atenei italiani.


In più occasioni e senza mai ricevere ascolto, l’intero mondo universitario (studenti, ricercatori, precari, docenti...) ha sollevato critiche fondate su diversi aspetti del DdL, contestando la cancellazione del diritto allo studio, la precarizzazione della ricerca e della docenza, la spinta verso una maggiore gerarchizzazione del corpo docente, la soppressione della gestione democratica degli atenei in favore di un ulteriore trasferimento di poteri alle stesse lobby accademiche e agli stessi rettori responsabili delle cattive gestioni degli ultimi anni. Si tratta di provvedimenti che non hanno nulla a che vedere con la valorizzazione del merito e il contrasto dei malcostumi accademici, ma si pongono il solo scopo di trasferire risorse e studenti verso costosissimi atenei privati (non a caso gli unici ai quali il governo ha totalmente cancellato i tagli, ottenendo in cambio l’appoggio dell’UDC alla riforma) e togliere il governo delle università a coloro che vi lavorano per trasferirlo alle imprese e alla politica, come esplicitamente affermato dallo stesso direttore generale della LUISS.

La settimana prossima rappresenta il momento decisivo per chiunque creda nelle libertà di istruzione, ricerca ed insegnamento, nella dignità del lavoro, nel diritto al futuro delle generazioni più giovani... Il fallimento del tentativo di accelerazione portato avanti dal governo lo scorso ottobre dimostra come la (ex?) maggioranza parlamentare sia particolarmente vulnerabile alle manifestazioni di dissenso provenienti dalla parte sana dell’università. Per queste ragioni, lanciamo un forte appello al mondo accademico chiedendo di avviare iniziative per tutto il
corso della settimana prossima ed invitiamo il corpo docente a sostenere la nostra battaglia attraverso il ricorso alle forme di protesta già sperimentate durante la protesta contro i tagli della legge 133 (didattica alternativa, lezioni all’aperto, dibattito sulle conseguenze del DdL).

Domani sarà troppo tardi!

* Coordinamento dei precari della ricerca e della docenza – Università
* Coordinamento nazionale dei professori associati
* Link – Coordinamento Universitario
* Rete 29 Aprile
* Unione degli Universitari

18 Novembre 2010

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